Il bando lampo di fine anno ribalta le sorti della Provincia di Milano. A Palazzo Isimbardi il bilancio del 2012 sembrava senza speranza e stava per chiudere con un debito di 82 milioni, senza che si riuscisse nemmeno a rispettare il patto di stabilità. Ora i conti chiudono in attivo di 65 milioni di euro. In cassa entrano 147 milioni, frutto della vendita del 14,5% delle quote Sea.
Ad acquistare il pacchetto è, come previsto, F2i, il fondo guidato da Vito Gamberale, che esattamente un anno fa acquistò il 29,7% delle quote dal Comune di Milano. Gamberale è stato l'unico a presentare un'offerta alla gara indetta a inizio dicembre dalla Provincia di Milano ed ha concluso il suo affare risparmiando perfino 13 milioni di euro rispetto alla base d'asta di 160 milioni. Mossa lecita: a consentire offerte al ribasso è il regolamento del bando. Ora toccherà al cda di Sea decidere se accettare la cessione. Essendo al ribasso, l'offerta è stata valutata nel pomeriggio dal cda di Asam (la holding della Provincia), quindi dall'assemblea dei soci (presente il presidente della Provincia Guido Podestà) per stabilire la congruità del prezzo, e a seguire un nuovo passaggio in cda per l'aggiudicazione. La firma per la vendita è prevista per oggi.
Dopo di che Palazzo Isimbardi potrà intascare la somma della salvezza. Per molti si tratta di una svendita ma di fatto la somma evita la bancarotta dell'ente. «Mi sembra che abbiamo lavorato bene a tutti i livelli - commenta il presidente della Provincia Guido Podestà - e in una condizione non facile». Con due soci di maggioranza, il Comune e il fondo F2i «si rischia di essere un vaso di coccio e noi ne veniamo fuori in modo positivo». C'è da dire che, stando al prezzo di un anno fa nello scambio F2i-Comune, le quote avrebbero avuto un valore ben diverso, di almeno 40 milioni in più. Non parla tuttavia di una vendita sottocosto ma di «prezzo congruo» il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dapei. «L'offerta - ammette anche il vice del Pd in Provincia Roberto Caputo - è stata certamente fatta al ribasso, ma è una buona offerta tenendo conto delle condizioni del mercato e dei nuovi fattori negativi che si ripercuoteranno sulla società aeroportuale, come la crisi sempre più evidente di Alitalia che rischia di penalizzare fortemente Linate». La cifra del 4,03 è comunque superiore alla forbice più bassa proposta dalle banche per la quotazione in Borsa, fallita solo pochi giorni fa. Gamberale con la sua offerta va a mediare il valore delle azioni pagate al Comune 5,2 euro.
A questo punto, F2i ha il 44% della società aeroportuale e il Comune di Milano resta il socio di maggioranza con il 54% delle quote. Onorio Rosati, segretario generale Cgil teme il controllo di F2i su Sea: «Questo schema - mette in guardia - deve essere scongiurato».
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