Arrigo Giana, attuale direttore generale di Atm, sembra stia preparando le valigie per Roma e occupare (contemporaneamente) un'altra poltrona. Direzione Atac, l'azienda di trasporti romana dove dovrebbe rivestire il ruolo di presidente, figura che detta la linea e si occupa della programmazione. Per Atm, l'azienda dei trasporti milanese che manterrebbe Giana nel suo ruolo di direttore generale perché porti avanti il piano Full electrict, è «una partita aperta», anche perché porterebbe con sé l'effetto domino di altre nomine come quella di Alberto Zorzan, direttore centrale Esercizio e Manutenzione che in Atac aspirerebbe a diventare direttore generale. Zorzan in Atm però è uno dei dirigenti apicali, l'anello di congiunzione tra il presidente e la macchina operativa. È lui il deus ex machina della flotta, da lui dipendono il funzionamento dell'esercizio, 7.171 risorse e una decina di dirigenti. Proprio per questo sembra che Zorzan si trasferirebbe a Roma (lasciando vuoto il suo posto) solo se Giana diventasse presidente.
Così se per Giana la nomina è politica e sia il sindaco di Milano Beppe Sala che il collega di Roma Roberto Gualtieri hanno annunciato una sinergia (per acquistare bus a impatto zero e strumentazione tecnologica per le metropolitane sotto la spinta del Pnrr) con un più ampio orizzonte, più incerto sembra il destino di Zorzan. Giana si è già «conquistato» Roma con la ristrutturazione di Cotral ai tempi di Zingaretti presidente della Regione Lazio e di «Mafia capitale» e sicuramente la doppia poltrona rappresenta per lui una sicurezza in più, dal momento che il contratto di Atm con il Comune di Milano è scaduto da tempo. Per Zorzan due sono gli ostacoli all'orizzonte: l'attuale direttore generale di Atac, Franco Giampaoletti che resiste nella sua posizione e il fatto che per lui sarebbe necessario un bando (ma prima deve instaurarsi il nuovo management). Certo è, fanno sapere dal Comune di Roma, «che Zorzan ha tutte le caratteristiche per poter ricoprire quel ruolo».
Al di là del risiko politico e aziendale, il tema per Milano sta nel fatto che Giana (con Zorzan) ha appena avviato il piano «full electric» che dovrà essere portato a compimento nel 2030. Un programma estremamente complesso che prevede la conversione completa del parco mezzi con 1.200 bus elettrici a servire Milano e la città metropolitana. Da convertire tutti i depositi che dovranno essere dotati di colonnine per la ricarica e di un sistema di programmazione degli stalli. Per questo è stato redatto un piano di massima dal Politecnico, ma per esempio ancora non esiste un progetto esecutivo. Non solo, da reperire i terreni anche per i tre nuovi depositi che dovranno essere progettati, messi a gara e realizzati.
Insomma il Full electric, per un investimento di 2 miliardi di euro, richiede un impegno straordinario che Giana non potrà assicurare se dovrà dividersi tra le due aziende. Così se la collaborazione tra città prevede lo scambio di know how e competenze, questo rischia di essere tutto sbilanciato a favore di Roma.
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