C'è una cattiva finanza, che è stata tra le cause di questa crisi tremenda e che non ha ancora superato le sue contraddizioni (nonostante qualche passo avanti). È uno dei punti centrali del mea culpa della città per il 2014 e dei buoni propositi per il 2015 offerti dall'arcivescovo, Angelo Scola, nella sua omelia di fine anno in San Fedele, la chiesa dei Gesuiti. A Milano, che di derivati, hedge fund e operazioni spericolate è la capitale italiana, il cardinale propone una riflessione sul percorso da fare perché i mercati tornino a essere al servizio di chi lavora, di chi investe e di chi fa impresa. Con un messaggio forte anche al mondo politico: «Alla politica è chiesta l'umiltà di riconoscere sempre la precedenza del bene comune personale e sociale per regolare su di esso la propria azione».
Il positivo sono i passi fatti dalla finanza per regolare i mercati e rafforzare la sicurezza delle istituzioni finanziarie. Ma l'allarme resta: «La finanza sembra, anche ai non tecnici, non aver ripreso la sua capacità di sostegno alla prudente attività di investimento e di produzione». Il pericolo è lo sganciamento dalle esigenze delle persone reali: «Rischia di perpetuare uno stile disconnesso dal mondo del lavoro, ancora troppo simile a quello che aveva condotto alla crisi». Nella sua ricetta per una «finanza buona», le regole sono necessarie ma non bastano: «Occorre rinvigorire una solida cultura del lavoro, capace di cura per il futuro sia nella sobrietà del consumo, sia nel coraggio prudente dell'investimento». Sette anni di crisi hanno lasciato «pesanti tracce» e hanno fatto diventare i ricchi più ricchi e i poveri più poveri, «portando più forti disuguaglianze». Fin qui ciò che si può toccare. Ma ci sono anche i danni immateriali, come «un sentimento diffuso di impotenza e di perdita di speranza».
Il cardinale ha parlato di Expo come possibilità di recuperare «l'amicizia civica che è nel dna di Milano» tra persone e parti sociali lontane.
Un concetto su cui ha insistito nella Messa del primo gennaio per la pace: «Trattarsi da estranei e nemici porterà al conflitto padrone-schiavo e alla guerra». E in un incontro con i responsabili delle Chiese e delle comunità cristiane non cattoliche, ha parlato di «mostrare il volto di un cristianesimo plurale ma sinfonico». Per così dire, un'Expo anche un po' ecumenica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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