Autisti in balia dei violenti «Noi soli, abbiamo paura»

Impotenti e rassegnati. Senza «strumenti né titoli» per affrontare chi s'infila in metrò saltando i tornelli, chi spadroneggia nelle stazioni, specie quelle più periferiche, sicuro di passarla comunque liscia. Si sente così il personale Atm che sarebbe ben contento di rinforzi «professionisti». Specie quella manciata di uomini, i cosiddetti «operatori del pronto intervento» incaricati di tutta la sorveglianza sulle tre linee della metrò. Sono una quarantina, divisi su tre turni e devono intervenire per qualsiasi emergenza: dall'ascensore che si blocca al passeggero che si sente male all'eventuale tutela della sicurezza. Il presidente di Atm Bruno Rota ha amplificato il loro disagio davanti ai consiglieri di Palazzo Marino. Lo ha detto chiaro: «Serve personale professionista». Il 25 settembre scorso infatti i dipendenti di Atm aveva lanciato l'allarme sicurezza. «Abbiamo paura» avevano detto per bocca del segretario leghista Matteo Salvini. Una paura che si conta nelle oltre trecento firme raccolte in calce alla petizione che chiedeva semplicemente «la tranquillità di poter svolgere serenamente il nostro lavoro». Chiedono più attenzione al disagio loro che inevitabilmente diventa quello di chi viaggia. «Abbiamo paura» ribadiscono oggi e raccontano di situazioni fuori controllo. Come ad esempio a Sesto Fs dove capita anche al mattino «di vedere passare 40-50 zingari senza pagare il biglietto. E chi li ferma?», si chiede un addetto. L'ultima mega rissa tra extracomunitari risale al week end scorso. Cosa può fare d'altronde l'«agente di stazione»? È prevista la presenza di una sola persona. Uno, da solo, responsabile di tutto quello che succede nella stazione. I dati dicono che le aggressioni sono diminuite. Ma secondo chi lavora tutti i giorni nelle stazioni quello che è calato sono le denunce che partono solo per fatti eclatanti. Insomma l'evasione a detta dei lavoratori è un fenomeno difficilmente controllabile («mi hanno detto se eravamo in Brasile ti avrei già sparato») e neppure troppo verificabile oggi. C'è chi passa dietro un'altra persona, chi s'infila nel passaggio per disabili, chi salta il tornello. Poi c'è l'evasione sui mezzi di superficie. Lo scorso anno a marzo prima di inaugurare i tornelli in uscita Rota aveva quantificato i mancati introiti in oltre 12 milioni di euro: e questa era solo la cifra delle multe fatte e non riscosse. «Le stazioni dove ci sono i tornelli - ha detto l'altro giorno Rota - hanno dimezzato l'evasione». «Prima c'erano 80 guardie giurate a pattugliare le stazioni - racconta il consigliere Fabrizio De Pasquale - Ora la maggior parte sono stati spostati a sorvegliare i depositi perché Atm pensava di risparmiare sui costi dei vigilantes privati. Adesso dopo due anni e mezzo si rendono conto che c'è un problema di sicurezza».

L'idea dei vigilantes non dispiace a destra e neppure a sinistra: «Non devono spaventare - dice Basilio Rizzo - devono essere riconoscibili ma piuttosto dare fiducia ai milanesi che si sentono abbandonati a loro stessi».

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