Autonomia e sicurezza: le parole d'ordine dei «Fontana boys»

Dal partito anti islam ai papà separati, presentati i 26 candidati della lista civica

Autonomia e sicurezza: le parole d'ordine dei «Fontana boys»

«Attilio Fontana è un uomo di territorio, incarna i valori civici della Regione Lombardia, era quindi naturale costruire su di lui una lista civica» premette Stefano Bruno Galli docente di Storia delle Dottrine Politiche all'Università degli Studi di Milano. La lista civica Fontana Presidente, presentata ieri ufficialmente all'ex Cobianchi di piazza Duomo per il collegio di Milano, sarà presente in sette province: Milano, Brescia, Bergamo, Como, Lecco, Monza e Brianza, Varese e Sondrio. «I ventisei candidati qui a Milano sono persone realizzate che hanno ancora voglia di impegnarsi e di portare avanti valori come determinazione, lavoro e voglia di reagire» spiega Attilio Fontana. Obiettivo: portare avanti l'«ottimo lavoro fatto dal governatore Maroni, in primis la lotta per l'attuazione della riforma dell'autonomia», punto cardine del programma. «Il Pd ha dimostrato di avere una politica centralista, che ha tolto autonomia a sindaci e a territori - attacca l'ex sindaco di Varese - per cui persone con questa cultura politica non possono portare avanti il tema dell'autonomia. Non possiamo fidarci e dobbiamo farcela noi. Gambe in spalla e ricominciamo a correre».

Previsioni sui risultati? «Non credo sia paragonabile la situazione di oggi a quella di 5 anni fa», quando alle regionali del 2013 si presentò la Lista civica Maroni Presidente: «allora i partiti erano in crisi e gli elettori cercavano altre soluzioni. Oggi ci vota chi crede veramente nel civismo e nelle persone che fanno questa lista». Una percentuale tra il 4 e il 5% «sarebbe ottimale», ha spiegato Fontana.

I « pretoriani» della lista civica, per dirla con le parole del capolista Antonio Rossi, campione olimpico di canoa e assessore uscente allo Sport della Regione Lombardia rappresentano tante voci del territorio, che portano con sé vissuti e istanze diverse. Autonomia e sicurezza i comuni denominatori dei programmi. Ci sono gli imprenditori: Marco Marcora, impegnato nell'industria tessile di famiglia, che punta all'internazionalizzazione delle aziende locali. Sergio Leali, ex rappresentante nazionale delle PMI in Anie-Confindustria. Tiberio Buonauguro portavoce delle piccole imprese lombarde, «bistrattate e dimenticate dal governo centrale, anche se rappresentano l'84 per cento del tessuto produttivo nazionale».

Punta sulla sicurezza Laura Compagnoni, titolare di un'azienda specializzata nella formazione degli agenti di polizia locale, disegnando un «progetto di riforma della polizia locale per la creazione di un fondo separato di gestione». Porta la sua esperienza di Capitano dei Carabinieri Andrea Calì (ex consigliere di zona 5) che parla della necessità di un coordinamento della polizia locale a livello regionale.

«Non siamo contro nessuna religione ma contro l'islamizzazione progressiva dell'Italia. L'Islam non è compatibile con i principi costituzionali. Per noi la cultura italiana viene prima di tutto». Parola di Stefano Cassinelli, giornalista e segretario nazionale del Partito Anti Islamizzazione. Tra i candidati anche Domenico Fumagalli, imprenditore nel campo delle energie alternative ed ex presidente dell'Associazione Papà separati Lombardia, premiata con l'Ambrogino d'Oro nel 2010.

In lista gli ex assessori provinciali Giovanni De Nicola, Marina Lazzati e Massimo Pagani. L'ex assessore alle pari opportunità di San Donato Ilaria Amè, Cristina Perazzolo, consigliere comunale a Rozzano, Silvia Mancini, consigliere comunale a Cologno Monzese, Danilo Villa, sindaco di Trezzo.

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