«San Biàs a l' te presèrve la gola e el nas da i rèsche de pèss e da tot ol rèst». Sarà una gustosa congiunzione casuale legata all'elezione del Presidente Sergio Mattarella, ma quest'anno il modo di dire milanese che chiede a San Biagio di proteggere la gola, dovrebbe essere tradotto in siciliano perché, tra i tanti spiritelli spiritosi legati a questo 3 febbraio, spicca un pasticcere di Palermo, Nicola Fiasconaro che in sette punti della città fa gustare il suo panettone King, rivisitazione chic del tradizionale dolce milanese.
Chi non l'avesse provato a Natale, può assaggiarne un pezzetto dalle 8 alle 12.30 al Carlyle Hotel in Brera, all'Enoclub Malfassi in via Friuli, nella pasticceria Sansovino in viale Abruzzi, all'enobarcaffè Bonazzi in via Piero della Francesca, al bar Lieti Calici in via Stendhal, all'enoteca da Otto in Giuseppe Garibaldi, alla gastronomia Benvenuti in via Tanaro. Puri canditi d'arancio di Sicilia, farina di grano siciliano, pregiata uva sultanina aromatizzata al vino Malvasia dell'isola di Lipari sono gli ingredienti che nel pieno rispetto della tradizione aggiungono un sapore più caldo e sontuoso al panettone che oggi va ripescato dagli avanzi natalizi, benedetto e mangiato per preservare il corpo dalle malattie durante l'anno, quelle legate soprattutto all'apparato respiratorio, naso e gola.
Buona idea anche per Panini Durini che in nome del non spreco, crea oggi il «paninettone», ovvero un panino realizzato dallo chef con pezzi di panettoni rimasti da Natale. Il rito di mangiare una fettina di grande pane all'uvetta e canditi nasce nella tradizione popolare milanese proprio da questa filosofia: non gettare mai gli avanzi, allo stesso modo in cui si fa il mitico riso al salto per non sprecare il risotto. Nel caso di San Biagio ci sono due culture che si uniscono. La prima prende avvio proprio dalla vita del Santo, vescovo e medico armeno di Sebaste, morto martire nel 316, tre anni dopo che Costantino emise l'editto per la libertà di culto. Il medico era famoso per un potere miracoloso: a chiunque inghiottisse un osso o una lisca di pesce che poi si fermava in gola, sia che fosse un uomo o un animale, a quel malcapitato il vescovo riusciva a togliere la soffocante presenza solo col potere della preghiera. Martirizzato il 3 febbraio 316, San Biagio da sempre è considerato il protettore della gola e in un certo senso del panettone, subentrando nella prima vena di tradizione questa seconda venuzza meneghina. Recita l'aneddoto storico. Un giorno una donna di Milano andò da un frate per farsi benedire il panettone natalizio. Per alcune settimane la donna non si ripresentò e il frate boccone dopo boccone si pappò il dolce.
Quale non fu l'imbarazzo del religioso quando nel giorno di San Biagio la signora gli chiese il panettone! Un imbarazzo «miracolato» perché quando il frate si recò a prendere la poca pietanza rimasta in realtà trovò un panettone grande il doppio. Era il 3 febbraio. San Biagio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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