Lo scontro interno alla Procura della Repubblica, aperto nei giorni scorsi dall'esposto del procuratore aggiunto Alfredo Robledo contro il capo Edmondo Bruti Liberati, riguarda tutti i cittadini: lo afferma la Camera Penale, l'unione dei penalisti milanesi, in un comunicato in cui invoca l trasparenza sul tema affrontato da Robledo, ovvero la trasparenza nell'assegnazione dei processi ai diversi magistrati. «La chiarezza dei criteri di assegnazione e la rigorosa applicazione degli stessi - si legge in un comunicato della Camera - intuitivamente, precludono la possibilità di assegnazioni mirate a scegliere o ad escludere un determinato magistrato, e, quindi, a canalizzare i procedimenti, all'interno degli uffici giudiziari, su magistrati privilegiati per ragioni che possono essere le più varie - orientamenti giuridici, o politico-giudiziari, disponibilità ad assecondare le scelte dei capi degli uffici, etc. - ma che, in ogni caso, andrebbero a tutto discapito della trasparenza e imparzialità dell'attività giudiziaria».
Per questo, in attesa degli accertamenti degli organi amministrativi, «la Camera Penale sollecita, tuttavia, tali organi a non trattare la questione come una questione riservata e interna alla magistratura. Il tema delle cosiddette tabelle, cioè dei criteri in base ai quali i procedimenti vengono assegnati agli uffici e ai singoli magistrati, infatti, riguarda direttamente la garanzia del cittadino».
Gli avvocati penalisti avevano già sollevato una questione analoga nei confronti della Corte d'appello, dove era stata segnalata l'assegnazione di numerosi processi delicati sempre allo stesso collegio giudicante. In quel caso, è stato avviato un proficuo percorso di riflessione sulla salvaguardia dei valori della giurisdizione». Accadrà lo stesso con la Procura?
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