Gli ambientalisti in Comune non sono più quelli di una volta. Nel 2014 fecero un pandemonio per salvare la maxi magnolia di largo Cairoli che rischiava di essere abbattuta per far passare la pista ciclabile. L'ex sindaco Giuliano Pisapia, che ereditò il progetto, dopo il chiasso dei consiglieri Pd corresse il percorso. Lunedì scorso il Municipio 1 ha concesso invece parere positivo (con 9 voti contrari dell'opposizione) alle opere relative al progetto del Museo nazionale della Resistenza» ed è passato sotto silenzio, anche dei Verdi, il taglio non di uno ma di 11 alberi, nessun tam tam per approfondire se esistano vie alternative. Nel documento si legge che solo uno (forse) lo «storace americano», potrà essere «conservato e trapiantato».
Eppure in soccorso ai consiglieri Verdi che hanno presentato due emendamenti, per tentare di salvare almeno uno splendido glicine, è arrivato pure il centrodestra, come spiega il coordinatore Federico Benassati (Fi): «In situazioni come queste in passato non ci si è accontentati del parere della giunta e degli operatori, la Zona ha fatto approfondimenti in proprio. Invece il resto della maggioranza ha bocciato il testo». Nel testo si chiede genericamente di «approfondire tutti i tentativi possibili per il mantenimento del massimo numero di alberature esistenti». L'azzurro si chiede «se il sindaco green Beppe Sala e l'assessore al Verde Elena Grandi andranno avanti».
Il Museo della Resistenza è la mini piramide firmata Herzog & De Meuron che sarà realizzata entro il 2025 (con 17,5 milioni dal Ministero dei Beni culturali) tra via Volta e viale Montello, sull'area occupata dall'ex Tamoil, di fronte alla maxi piramide «gemella» che ospita la Fondazione Feltrinelli. Fino alla partenza dei lavori (circa un anno) l'area sarà gestita dalle associazioni Circolo dei Combattenti e Giardini in Transito. Nel parere sono inserite altre richieste. Il Giardino condiviso «Lea Garofalo che in alcune tavole «non appare esistente, va salvaguardato e recintato». Viale Pasubio andrebbe declassata a «strada di quartiere alberata, a ridotta velocità, con collegamento ciclabile tra Baiamonti, viale Monte Grappa e viale Monte Santo».
C'è la richiesta di «mantenere il più alto numero di stalli di sosta residenti» che si traduce ovviamente con il taglio dei posteggi per tutti gli altri. Si chiede la depavimentazione del parterre centrale dei Bastioni di Porta Volta, che comprende un'area parcheggio e capolinea dei bus, per creare un percorso ciclabile e pedonale tra il parco Sempione, i Bastioni stessi, fino a piazza della Repubblica.
Sui caselli daziari: salvo il locale del circolo ex Combattenti e reduci, con una revisione del contratto, quello occupato da un centro sociale va «destinato ad attività per i giovani». Benassati avverte: «Vigileremo che non sia fatto un bando ad hoc per salvare chi lo occupa illegalmente da anni».
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