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Ballottaggio, Parisi ci prova: «Spero di piacere ai 5 Stelle»

Il manager del centrodestra flirta con i grillini: «Offro politica trasparente» Frecciata a Sala: «Relazioni internazionali? Deve fare il sindaco non il pr»

«Figata, quello che hai detto su Virginia Raggi». Stefano Parisi incrocia Matteo Salvini al mercato del lunedì a Brera e non si lascia sfuggire la battuta. Il segretario della Lega due giorni fa a «In mezz'ora» ha dichiarato che in caso di ballottaggio a Roma tra il candidato Pd Roberto Giachetti e la grillina Raggi, voterebbe 5 Stelle. «Eh, hai visto» ha glissato Salvini. Con il manager del centrodestra c'è l'ex sindaco Gabriele Albertini che guida la lista civica «Io corro per Milano». La foto del trio è quasi un inedito dopo l'apertura della campagna al Dal Verme. Prima della scissione nella Capitale tra Lega-Fdi su Giorgia Meloni e Forza Italia-Ncd su Alfio Marchini. Un primo passo perso la manifestazione che Parisi sta organizzando per la chiusura della campagna, forse il 3 giugno: è certo che quel giorno Salvini e il leader Fi Silvio Berlusconi saranno insieme sul palco. Intanto mr Chili prova a conquistare su Milano lo stesso endorsement dai grillini per il secondo turno. «Spero che i 5 Stelle - afferma - capiscano che noi stiamo rigenerando la politica. I loro elettori di solito danno un voto anti-politica, mi auguro che capiscano che qui c'è una novità molto importante. Offriamo un forte cambiamento rispetto alla giunta Pisapia, presente nelle liste di Sala».

M5S sta già (nei fatti) orientando il voto. Difficile che i militanti possano indirizzarsi sul manager Pd Beppe Sala al secondo turno dopo una battaglia che oggi potrebbe avere persino un epilogo choc: alle 10.30 è fissata l'udienza del Tar per valutare il ricorso presentato dal candidato Gianluca Corrado sulla presunta incandidabilità di mr Expo, la sentenza è attesa già in serata. Parisi ha sottolineato ieri che con Corrado «ci sono stati sempre dei dibattiti civili, a differenza di Sala che non si vuole mai confrontare con noi». Mr Expo ieri è stato ad eventi elettorali con i ministri Graziano Delrio e Maurizio Martina. «É sbagliato ricordarsi di Milano solo in campagna, e esistono anche altri candidati» la frecciata di Parisi al premier Renzi e ai suoi ministri. E dopo il no da Roma al voto anche di lunedì: «Le perplessità del governo hanno convinto il governo, istituzionalmente è molto grave che stia facendo campagna per lui». Peraltro, a Sala che sul Corriere ieri ha sostenuto che sarebbe conveniente un sindaco vicino a Roma ribatte: «A Milano abbiamo già avuto Pisapia, e sono stati ridotti i trasferimenti dello Stato, è stata fatta una legge sulla città metropolitana assurda. Sala è stato scelto da Renzi e la sua indipendenza sarà pari a zero».

Ridimensiona anche il plus che Sala rivendica per aver gestito Expo: «Gestire un Comune come Milano è una cosa un pò più complicata di un'esposizione, richiede capacita di governo molto superiore. Dice di aver stretto importanti relazioni internazionali? Un sindaco non è mica il responsabile delle relazioni esterne, non è che se ha conosciuto Michelle Obama ha un vantaggio per Milano».

ChiCa

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