I dati a disposizione non sono incoraggianti. Il 38% degli italiani è in sovrappeso e un altro 11% è obeso. I bambini da 8 a 12 anni hanno una prevalenza di obesità pari al 12% e una prevalenza di sovrappeso pari al 24%. Siccome un bambino obeso ha 80 probabilità su 100 di rimanere tale anche in fase adulta, curare i bambini significa aiutare gli adulti di domani. E anche per i bimbi milanesi la situazione non è migliore.
La fotografia era stata scattata qualche tempo fa dal Comitato provinciale del Coni su un campione di 20mila bambini tra 9 e 10 anni. Dall'indagine era emerso che il 52% ha problemi di peso dovuto principalmente a cattive abitudini alimentari come saltare il pranzo (23%), la cena (32%) o la colazione (28%). Che fare? Sport, alimentazione, buone abitudini a tavola, dieta mediterranea o altro ancora vanno di pari passo. Ma non sempre. Tanti sanno (o credono di sapere) cosa si deve fare per mantenersi in forma. Ma non lo fanno. È la cosiddetta «sindrome dell'imbuto» che più preoccupa medici e dietologi perché più difficile da debellare, più delle cattive abitudini alimentari. Tradotto, significa che la maggioranza delle persone in sovrappeso conosce sane abitudini alimentari eppure non le attua. Un campanello d'allarme che dà l'idea di come il nostro Paese non sia messo benissimo considerando anche che siamo nella top 20 delle nazioni più pigre al mondo con oltre 24 milioni di sedentari.
Facciamo pochissimo sport anche se un po' di più rispetto a qualche decennio fa. Ma non basta. E a preoccupare sono soprattutto i bambini. Ciò che desta più allarme sono i dati sulle complicanze fisiche e psicosociali già presenti nell'infanzia che tendono ad aggravarsi in età adulta. La parola d'ordine è prevenzione, e bisogna iniziare già a 6 anni a cercare alterazioni metaboliche spia. Ma i primi 1000 giorni nella vita di un bambino sono cruciali per impostare comportamenti alimentari e uno stile di vita corretto. Mille giorni in cui imparare a evitare gli eccessi, a mangiare ma soprattutto a muoversi.
Prevenire le malattie, non solo riduce gli alti costi che affliggono il Sistema sanitario nazionale, ma aumenta anche il benessere e la produttività di un Paese. Gli ultimi studi confermano che ciò che si spende in prevenzione è un risparmio. Per ogni euro investito in prevenzione, se ne risparmiano dieci.RC
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