Bandi sospetti, Pisapia si assolve «Nelle telefonate c’è chi millanta»

Bandi sospetti, Pisapia si assolve «Nelle telefonate c’è chi millanta»

Continua a ribadire la sua posizione. E a ripetere come un mantra da giorni che su Sea è «assolutamente tranquillo». Ma, c’è un’ombra sull’ostentata serenità del sindaco arancione: non sembra intenzionato ad affrontare il consiglio comunale e a riferire sulla vicenda del bando di cessione del 29,75% di quote al fondo F2i di Vito Gamberale. «In generale sono molto prudente, soprattutto quando sento di colloqui telefonici in cui c’è chi millanta e chi dice cose vere e chi dice cose false - ha spiegato ieri pomeriggio Pisapia - dal punto di vista del sindaco e della giunta e dell’amministrazione sono assolutamente tranquillo». Al momento però l’unico intervento confermato per questo pomeriggio è quello dell’assessore al Bilancio Bruno Tabacci, regista del bando di gara su Sea, che dalle intercettazioni tra Gamberale e un esponente del Pd sembra essere stato «cucito su misura», che ripercorrerà punto per punto le tappe della vicenda.
Al momento quindi sembra non avere dato i frutti sperati l’azione di pressing del Pd perché il sindaco, come chiesto a gran voce dall’opposizione, sgombri il campo da ogni «ombra» (mentre la Procura indaga sul presunto reato di turbativa d’asta) affrontando l’aula. «Pisapia è un galantuomo - la fuga in avanti di Carlo Monguzzi, presidente della commissione Mobilità - e oggi andrà in consiglio». Nonostante Monguzzi non sia stato l’unico a spingere in questa direzione, il sindaco si riserva di sciogliere il nodo solo questa mattina.
La vicenda Sea intanto ieri ha riunito intorno a un tavolo tutta la giunta. Un vertice convocato in precedenza (per serrare le fila della maggioranza in aula dopo il pasticcio sui marò e in vista delle discussione su pgt e bilancio) ma che si concentrerà inevitabilmente sul futuro di Sea. «L’incontro con gli assessori è stato programmato da tempo. Fra le cose di cui discuteremo c’è anche la Sea, ma sicuramente non prenderemo alcuna decisione».
Il punto di partenza: più che i 580 milioni di euro che mancano all’appello della parte corrente del bilancio, i fondi necessari per gli investimenti dei prossimi tre anni. Sul tavolo le tre ipotesi, la quotazione in Borsa, la vendita di nuove quote, che potrebbe arrivare al 51% e la vendita congiunta con la Provincia per la valorizzazione dei rispettivi pacchetti azionari di Sea e Serravalle, per cui ieri il presidente Guido Podestà ha ribadito la sua disponibilità purché «in tempi rapidi».
In questi ultimi giorni è andato crescendo il fronte di piazza Affari ovvero la proposta della quotazione in borsa di lanciata dall’assessore Stefano Boeri che la ritiene la scelta «più trasparente, chiara e logica». Anche se c’è chi, nel Pd, spinge perché non si prendano decisioni «ideologiche» ma si valutino tutte le opzioni, dalle vendita di un altro 25% di quote alla quotazione, conti alla mano.
Un’ipotesi, su cui anche il sindaco ha aperto, che potrebbe rasserenare sindacati e sinistra radicale. «La più trasparente», per la Filt Cgil.

Così la sinistra radicale continua a ribadire la contrarietà alla cessione delle quote di maggioranza della società che gestisce gli scali di Linate e Malpensa. Ma c’è chi, nel Pd, spinge perché si valutino tutte le opzioni, dalla vendita anche di un altro 25% di quote.

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