Barriere nei mercati: buchi e paure

Da Papiniano a via Tabacchi, tutte le misure anti terrorismo tra le bancarelle

Barriere nei mercati: buchi e paure

Autopattuglie di traverso, new jersey, polizia di Stato e locale sull'attenti. Lo schieramento in difesa dei mercati milanesi sembra ampio, almeno a sentire le dichiarazioni delle autorità, ma ha i suoi buchi. Come la protezione alta per alcuni punti all'apparenza già sicuri e un'attenzione più bassa per altri. Oppure le carenze di organico nel fine settimana.

«Qui siamo protetti grazie agli alberi». Ahmed, 28 anni, ha una bancarella nel mercato di viale Papiniano e spiega così perché non ha paura di attentati. Eppure è egiziano e gli attacchi terroristici hanno flagellato il Medio Oriente molto più dell'Europa, soprattutto nei mercati: in Africa e nei paesi arabi nel 2016 sono morte 19.121 persone a causa delle stragi con movente religioso, secondo i dati dell'archivio globale degli attentati terroristici dell'università del Maryland, contro le 238 europee.

Ma il controviale dell'arteria milanese su cui si trova anche San Vittore è come un fortino: tutti i lati lunghi sono coperti da filari di alberi tanto cresciuti da sollevare i marciapiedi, mentre su quelli corti la protezione è garantita dai dissuasori anti parcheggio. Nell'unico lato scoperto, quello verso la Darsena, sono stati installati da tempo i new jersey, le barriere in cemento che sono fiorite in molti punti della città. Gli ultimi sono stati messi ieri nei pressi dello stadio di San Siro, ha fatto sapere l'assessore comunale alla Sicurezza Carmela Rozza. In aggiunta ci sono tre pattuglie di vigili che aumento la sensazione di trovarsi in un fortino, in cui comunque girano i venditori abusivi di acqua fresca, calze e verdure. Però non si vedono volanti della polizia di Stato, né le divise. Forse, suggerisce un ghisa, saranno in borghese.

Ma non è solo la struttura intorno a tranquillizzare i milanesi. «Secondo me non servono barriere spiega Maria Pia, 73 anni tanto quelli là uccidono anche con il coltello». Quelli là sono i terroristi islamici che negli ultimi anni hanno segnato le cronache anche con attacchi all'arma bianca. Ma non sembra esserci una paura particolare tra i clienti, l'argomento per il quale credono li si interpelli è lo sgombero di migranti a Roma, e le difese, almeno a livello psicologico, sembrano inefficaci.

Le regole poi non sembrano valere per tutti. In contemporanea con Papiniano, il sabato si tiene anche un altro mercato a poche vie di distanza. Quello di via Tabacchi, di fianco al letto dei Navigli, ha una formula più classica rispetto a Papiniano dove viene occupato il controviale. Questo è il primo motivo per cui non si possono bloccare gli accessi con le barriere in cemento: altrimenti nemmeno i camion dei bancarellisti potrebbero entrare. Ma, forse per la vicinanza con un commissariato, qui non si vedono nemmeno le auto dei vigili messe di traverso. Nemmeno uno di pattuglia nel mezzo delle bancarelle.

Quello più vulnerabile dunque, pare pure quello meno protetto. E qui c'è un secondo motivo: la carenza di personale. Schierare la polizia locale di sabato è un'impresa: tra contratto pubblico, permessi e limitazioni varie al servizio, sono pochissime le unità disponibili per le Amministrazioni cittadine.

Anche quando sono a pieno regime non tutto funziona perfettamente: un esempio è la banda di nonni spacciatori di piazzale Cantore, per farli sloggiare l'unico sistema efficace è stato piazzare un presidio di militari. «Erano organizzati con tanto di palo - spiega Paolo, 45enne della zona poi quando sono arrivati i soldati sono spariti».

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