Paola Vilardi, candidata del centrodestra, di cosa ha bisogno oggi Brescia?
«Deve ritrovare coraggio e ambizione. È uno dei capoluoghi lombardi più importanti e deve tornare protagonista, ma per farlo non basta più l'ordinaria amministrazione. Servono strategia e visione. Brescia sta soffrendo di un clima di insicurezza, non è più attrattiva come un tempo e anche il disagio sociale è forte».
La città è meno attrattiva di un tempo?
«Io penso a una Brescia città di grande respiro che dialoghi con una provincia vasta e molto ricca, in termini economici e turistici. Il capoluogo deve essere motore e non il traino. Se penso al grande evento del lago d'Iseo, devo dire che purtroppo Brescia non l'ha vissuto da protagonista. C'è stato un festival sull'innovazione tecnologica, non è stato riproposto. Il Comune deve incoraggiare iniziative simili, non certo ostacolarle».
Brescia è insicura?
«Non parlo degli immigrati che lavorano e sono in regola, ma di coloro che hanno creato veri e propri ghetti, grazie a politiche lassiste. Gli spacciatori arrestati in un parco cittadino pochi giorni fa, erano richiedenti asilo. Allora, o si controlla, o il sindaco deve far sentire la propria voce».
Cosa farebbe in concreto?
«Per prima cosa chiederemo al governo di non inviare altri richiedenti. Poi abbiamo appena tenuto una conferenza stampa davanti a un centro islamico. Il sindaco può far chiudere i centri abusivi che sono disseminati in città, grazie alla legge regionale. Venditori abusivi, parcheggiatori abusivi, io sono per la tolleranza zero. Porremo grande attenzione alle presenze, alla agibilità delle abitazioni con la collaborazione dei proprietari di case. L'insicurezza è vera, non voglio intimorire i cittadini ma io sono una donna e in certe ore della sera certe zone della città non le frequento».
Ha colpito molto, non solo la città, il caso - da chiarire, - di Sana, la ragazza che sarebbe stata uccisa in Pakistan dopo aver vissuto a Brescia.
«Noi non possiamo tollerare certi episodi. Ben venga chi si integra, ma non chi professa la sua cultura a discapito dei nostri valori. Deve essere allontanato. Questi sono delitti che la dicono lunga sul valore che in questi casi viene dato alle donne. Noi diciamo basta. E abbiamo chiesto la chiusura della moschee in cui era passato il papà della ragazza».
Ma in città c'è una moschea ufficiale e regolare? Intende chiuderla?
«Sì, c'è. Io parlo di moschee abusive. In passato ero assessore, ci è stato proposto di aprire una moschea per ogni circoscrizione. La proposta io l'ho considerata provocatoria. È stata respinta al mittente».
Che giudizio dà dell'operato del sindaco uscente?
«Una sorta di commissario prefettizio. Ha fatto il compitino, ma non basta fare i compitini. Ci sono vere emergenze. La povertà è aumentata. Molte sono le persone da aiutare».
Come?
«Vogliamo farlo con giovani e anziani, da considerarsi risorse e non problemi. Invertiremo la marcia, la famiglia sarà al centro. Vorrei che ci fosse un reddito comunale di maternità per aiutare le giovani coppie. Poi gli asili nido, vogliamo allargare la platea dei beneficiari delle misure regionali».
Ha un curriculum istituzionale molto solido. Serve?
«Quindici anni in provincia, quando serviva. Dieci anni da presidente del consiglio, cinque da assessore con Paroli. Conosco la città, conosco i problemi di chi lavora vicino alla stazione o di chi vuol fare la differenziata, ora un disastro».
Lei è di Fi, ma la sostiene la Lega e il centrodestra.
«Sono con orgoglio in Forza Italia dal '94, non ho mai mollato. La Lega mi sostiene convinta, sarà candidata anche la deputata Simona Bordonali. Ci sono Fdi, Popolo della Famiglia, Udc, una lista civica per chi non si riconosce nei partiti.
La politica non è una cosa brutta, ma un servizio nel quale impegnarsi con tutti se stessi. Il centrodestra è compatto e il risultato delle politiche parla chiaro. Il sindaco sta cercando di rifarsi una verginità, ma i valori che stanno a cuore a questa città li interpretiamo meglio noi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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