C'è chi si è già arreso. «Ha vinto il bar Doria» è stato il commento amaro della famiglia con due bambini di otto e dieci anni che lo scorso autunno ha lasciato l'alloggio al primo piano del civico 49. Costretta a cambiare zona dopo mesi di notti insonni. Il comitato «Plinio civile», nato da poco, è pronto invece a esplorare tutte le strade possibili (comprese quelle legali) per difendere via Plinio dalla «movida selvaggia». Nel mirino c'è un solo locale, «il Doria» appunto, in zona Città Studi.
Il comitato ha già raccolto un centinaio di firme nei quattro condomini che si affacciano sullo slargo davanti al locale. Per tutta la scorsa estate (anche prima) hanno dovuto subire musica e chiasso fino alle 4 di notte. E ora che sta cambiando il meteo temono il bis. Un assaggio già mercoledì sera, quando finita la partita di Champions si è creato il solito ritrovo rumoroso, a volte si arriva a un centinaio di persone che bevono e fanno caos all'aperto. Nella petizione, che verrà presentata a breve nel Consiglio del Municipio 3 da uno dei portavoce di «Plinio Civile», Angelo Allegri, si legge che i firmatari «segnalano il disagio notturno causato dal bar Doria, legato principalmente alle feste che vengono organizzate nel locale. L'accompagnamento sonoro (in alcuni casi si tratta di musica live, in altri di musica da potenti altoparlanti) crea una situazione per cui di fatto non c'è separazione tra interno e esterno. Il locale, peraltro di piccole dimensioni, non pare adeguatamente insonorizzato, anzi il volume viene tenuto alto in modo da creare un effetto discoteca sulle strade».
Una situazione che si verifica fino a tarda notte - il venerdì e sabato la chiusura è fissata alle 4 - e «anche se la musica solitamente tra mezzanotte e l'una cessa, il permanere delle persone, le urla e schiamazzi degli avventori fanno sì che sia impossibile per i residenti riposare tranquillamente». Il Comitato chiede al Comune, alla polizia Annonaria ad Arpa di effettuare le verifiche su insonorizzazione, licenze, «i livelli di musica e rumore causati dalla presenza dell'esercizio commerciale».
E porta ad esempio una recente sentenza della Cassazione che ha stabilito che è compito del gestore evitare urla e schiamazzi causati dalla propria attività, affiggere un cartello che vieta di fare chiasso all'esterno non esonera dalle proprie responsabilità. «In questo caso - sottolineano i residenti - non ci sarebbero neanche dubbi sul locale che non sta operando con diligenza per evitare che i propri clienti arrechino disturbo alla quiete del vicinato, in quell'area ce n'è uno solo».
Un sopralluogo di Arpa l'estate scorsa si è concluso con un nulla di fatto ma «i tecnici si sono presentati un martedì alle 21.40», una barzelletta, «chiediamo che i controlli vengano ripetuti negli orari in cui il problema si presenta realmente». E sollecitano al Comune (almeno) qualche passaggio notturno dei vigili.
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