Cronaca locale

"Bello tornare a Milano Qui posso cantare il divino della musica"

L'artista israeliana Noa stasera nella chiesa del Carmine: «Sentirete le mie lettere a Bach»

"Bello tornare a Milano Qui posso cantare il divino della musica"

«Ho fatto tanti bellissimi concerti a Milano e qui mi sono fatta anche parecchi amici. È grazie a loro che ho imparato ad amare Milano, una città la cui bellezza non è immediata e si lascia scoprire a poco a poco. Non vedo l'ora di suonare nella chiesa di Santa Maria del Carmine, dove ci sarà spazio per i brani del nuovo album Letters to Bach e anche per una selezione del meglio del mio repertorio di quasi 30 anni di musica scritta assieme con il mio autore e chitarrista Gil Dor. Con noi ci sarà anche Hila Karni, uno straordinario violoncellista israeliano».

Non ce ne vogliano tutti gli ospiti dell'edizione 2019 di La Musica dei Cieli, ma il concerto del grande cantante israelo-yemenita Noa, in programma stasera (ore 21, ingresso 17 euro) nella chiesa in piazza del Carmine, a Brera, è l'evento clou dell'intera rassegna la cui «mission», da sempre, è quella di portare la musica pop variamente legata al sacro nelle chiese milanesi nelle settimane dell'Avvento.

«Suonare musica divina come quella composta da Johann Sebastian Bach nella Casa del Signore mi sembra che sia una scelta naturale. Non vedo l'ora. Certo, in chiesa fa più freddo che non in teatro e fare musica amplificata lì dentro è sempre una sfida. Però, il riverbero e la eco che se ne ricavano sono straordinari», confida Achinoam Nini, che quest'anno ha festeggiato i suoi primi 50 anni e che tra i suoi tre italiani preferiti mette «Galileo Galilei, Giacomo Puccini e Federico Fellini».

«Perché un album su Bach? È il modo mio e di Gil di protestare contro il Trumpismo, gli attacchi alla meritocrazia, le fake news e, più in generale, contro la deriva anticulturale. Poiché il mondo sembra scendere sempre più in basso di questi tempi, noi abbiamo deciso di puntare sempre più in alto. Sull'Everest della musica c'è Bach e noi, dopo decenni di sfide e progetti, abbiamo capito che era venuto il momento di scalare quella montagna, di affrontare il gran maestro», racconta la genesi del suo ultimo lavoro, prodotto da Quincy Jones.

«Ci siamo approcciati alla materia alla nostra maniera: cantando brani che non aveva composto per essere cantati, arrangiando per chitarra pezzi che non erano certo scritti per la chitarra e aggiungendo tutta una serie di testi che ho scritto per creare un link tra il geniale compositore tedesco del Settecento e il XXI secolo». Sulla difficoltà di eseguire live Bach in una formazione voce-chitarra-violoncello non ci piove, «ma l'esperienza si è rivelata gradevole e piena di soddisfazioni», avverte la signora Nina, tra le voci simbolo della world music internazionale.

«Tra un brano l'altro leggerò alcuni testi tradotti in italiano, delle mie piccole Lettere a Bach alcune profonde, altre umoristiche, altre ancora personali , che renderanno ancora più esplicite al pubblico alcune chiavi di lettura alle canzoni e il mio punto di vista», puntualizza. A questo proposito, Noa non rinuncia a dire la sua su tutto quello che succede in patria: «Abbiamo avuto le elezioni politiche ad aprile e a settembre e adesso, il prossimo marzo, dovremo votare ancora per la terza volta nel giro di un anno! È folle. In fondo, lo è dappertutto oggi. Non rimane altro da fare che aspettare e vedere quello che il popolo israeliano sceglierà. Io resto sempre ferma sulla mia idea, e cioè che per risolvere la questione palestinese non c'è altra strada possibile se non quella del dialogo, del compromesso e della Pace.

Continuerò a fare in modo che tutto ciò avvenga con tutto il mio cuore».

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