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Il Beltrade resiste così «Tutti al cinema virtuale»

La sala vende i suoi titoli da godersi sul sofà Giovedì cineforum storico per 400 abbonati

Il Beltrade resiste così «Tutti al cinema virtuale»

«Peggior momento non potrebbe esserci per noi gestori dei cinema a Milano. Premesso che le priorità di tutti - mie comprese - sono altre in questo momento, le nostre sale sono chiuse dal 23 febbraio e chissà quando riapriremo».

Domenico Di Noia, presidente di Anec Lombardia, l'associazione che raccoglie gli esercenti di cinema della regione, rende esplicite le preoccupazioni della categoria. Tuttavia, non esita ad applaudire l'iniziativa del cinema Beltrade, sala parrocchiale da 200 posti in zona NoLo, ormai di culto, che ha deciso di «aprire uno spiraglio». Un vero e proprio «atto di resistenza» che si è tradotto con l'iniziativa «Il Beltrade sul sofà»: sul sito www.cinemabeltrade.net si possono acquistare a pagamento cinque film del circuito indipendente internazionale. Diverse le tariffe: c'è quella sostenitori a 9 euro e altre più scontate.

«Ora le piattaforme online sono molto attive e ne stanno sorgendo di nuove, gratuite o a pagamento. Noi pensiamo che all'interno della filiera cinema la sala sia importante e l'indipendenza vada preservata. Per questo, chiediamo di continuare a vedere i film che vi piacciono anche in sala, seppure in una sua emanazione virtuale», spiegano dal Beltrade.

Dopo il serbo «Parada»; lo statunitense «The Connection», l'ungherese «1945», il francese «Le Grand Bal» e l'italo-svizzero «Rumore bianco», il cinema di via Oxilia ha in serbo altre chicche nuove, nuovissime o più datate - come il premio Oscar «Parasite», il romeno «La Gomera - L'isola dei fischi», «Westwood, punk, icona, attivista» e un tris di pellicole di Agnès Varda a cominciare da «Cléo de 5 à 7» del 1962.

L'esperienza del Beltrade promette di rimanere un unicum a Milano. A sentire Di Noia, pare impossibile replicarla con le grandi sale e le case di produzione mainstream che, in alcuni casi, stanno saltando il passaggio al cinema per andare sulle piattaforme web a pagamento. Gestore assieme, tra gli altri, ad Antonio Sancassani del Cinema Mexico, del cinema Palestrina, Di Noia prova a ricucire idealmente il rapporto con il pubblico dello schermo che appartiene alla Parrocchia del Redentore: «Il giovedì abbiamo un Cineforum storico da 400 abbonati. Per questo da domani (oggi, ndr) faremo un post settimanale in cui i nostri curatori, Giancarlo Zappoli e Antonio Autieri, suggeriranno un film dal palinsesto televisivo della giornata. Proveremo così a ritrovarci in una visione condivisa e arricchita da riflessioni e commenti».

Nel frattempo, sta avendo un grande successo lo streaming della Cineteca Italiana, la prima a cercare di colmare il vuoto imposto dalla serrata delle sale proponendo le chicche del proprio catalogo digitalizzato. Ultimo titolo online: i «Promessi Sposi» nella trasposizione di Mario Bonnard del 1922.

Qualche settimana ancora e Fondazione Prada farà partire una sua rassegna cinematografica in streaming dal titolo «Perfect Failures».

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