Beni confiscati alla mafia: ora li vogliono i Comuni

Manifestazione di interesse su 97 immobili, che verranno usati per scopi sociali e istituzionali

Beni confiscati alla mafia: ora li vogliono i Comuni

Si è svolta ieri mattina, nella sede della prefettura, la conferenza di servizi dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati. Coordinata dal direttore dell'agenzia, Ennio Mario Sodano, è stata la terza tappa nelle regioni del centro Nord d'Italia.

Gli enti pubblici partecipanti hanno potuto prendere visione dei 97 immobili situati in Lombardia, del valore di oltre 13 milioni. Si tratta di appartamenti, box e terreni confiscati in via definitiva dalle autorità giudiziarie di Milano, Monza, Varese, Bari, Brindisi, Catanzaro, Crotone, Napoli e Reggio Calabria, appartenuti alla criminalità organizzata. Tra questi, anche i beni confiscati al boss della 'ndrangheta Costantino Mangeruca e diverse proprietà riconducibili alla famiglia Valle che agiva nel territorio di Milano e provincia, legata alla cosca dei De Stefano di Reggio Calabria. Sono state presentate manifestazioni d'interesse per la quasi totalità dei 97 beni: «La restituzione alla collettività dei beni confiscati - sottolinea il prefetto di Milano, Luciana Lamorgese - rappresenta l'emblema tangibile della presenza dello Stato sul territorio e significa affermare in modo concreto e visibile il principio di legalità».

Nella maggior parte dei casi, le manifestazioni di interesse sono state presentate da Comuni, che li utilizzeranno per scopi sociali e istituzionali. Anche la direzione regionale Lombardia dell'agenzia del Demanio ha manifestato l'interesse. Per ottenere l'assegnazione del bene sarà necessaria l'approvazione successiva del Consiglio direttivo dell'Anbsc: «Ci troviamo in una delle città italiane più attente allo sviluppo economico - spiega il direttore dell'agenzia, Sodano -. Siamo consapevoli della importanza della legalità e della riconversione per usi sociali e istituzionali di beni e aziende sottratti alla criminalità». Del resto «i dati presentati dimostrano inesorabilmente che le mafie si sono insinuate ovunque nel Paese»; allo stesso modo, «in ogni parte registriamo un forte e crescente senso di riscatto. Non si tratta di un recupero in termini valoriali, ma anche della profonda convinzione che si può ottenere dal riutilizzo dei beni un incremento di economia legale». Sulla riunione si è espresso l'assessore alle Politiche sociali del Comune Pierfrancesco Majorino: «Abbiamo annunciato che su tutti i beni confiscati che al momento sono liberi faremo la manifestazione di interesse. Quelli occupati devono essere liberati». Tra i beni che interessano c'è un gruppo sul territorio che si trova fra corso Lodi, via Eustachi e viale Tunisia. Majorino ha posto il tema dell'immobile di via Mosso, vicino a via Padova, immobile confiscato che da anni viene chiesto all'agenzia nazionale.

Il prefetto si è impegnato a trovare una soluzione.

In Lombardia sono 1078 i beni destinati a partire dal 1993, dei quali 225 nel 2017. Nella città di Milano: 628 beni, di cui 99 nel 2017. Nella provincia di Monza Brianza 88 beni dal 2005, dei quali 41 nel 2017.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica