Berlusconi ai 48 eletti: «Dopo la vittoria torniamo nelle piazze»

Berlusconi ai 48 eletti: «Dopo la vittoria torniamo nelle piazze»

Sono arrivati in tanti, una cinquantina, e già il colpo d'occhio ha dato conforto agli eletti della Lombardia, convocati a villa Gernetto dal ct Silvio Berlusconi. Trenta parlamentari, diciannove consiglieri regionali, una pattuglia che prima del voto non sognavano nemmeno i più ottimisti. Lo ripetono in molti, alla fine dell'incontro con il Cavaliere, qualcuno con l'aria di chi sente miracolato da un ritorno in campo che ha ribaltato le sorti della partita.
Parla soprattutto di temi nazionali, Berlusconi. Ma è molto attento anche alla Lombardia. «Dopo avere vinto le elezioni, è importante che il partito rimanga unito» è il senso delle sue parole, che hanno motivato i consiglieri presenti. Ed è stato il leader del Pdl, nel suo discorso, a sottolineare «l'importanza» che Mantovani abbia un ruolo di peso in Lombardia. Una designazione ufficiale del vicepresidente della Regione, che sta guidando le trattative con la Lega per le deleghe.
Mantovani, che è arrivato a Lesmo in macchina con il neo senatore Roberto Formigoni, è stato un po' il gran cerimoniere dell'appuntamento a Lesmo. Gli eletti sono stati chiamati uno dopo l'altro per nome e si sono alzati tra gli applausi. Alla fine, è stato il coordinatore regionale a fare un report agli eletti sulle deleghe pesanti in arrivo per il Pdl, o meglio per quel che Berlusconi medita di tornare a chiamare Forza Italia. Insomma, un clima di festa, ma anche di mobilitazione, perché uno degli elementi chiave del discorso di Berlusconi è stata l'importanza di ritornare tutti insieme in piazza.
Il Cavaliere ha chiesto agli eletti lombardi di mobilitarsi per l'appuntamento di Roma, dove il 23 marzo gli azzurri manifesteranno contro l'uso politico della giustizia. Fondamentale poi l'impegno richiesto a tutti di spiegare ai cittadini qual è il cuore della politica del Pdl: creare lavoro, garantire sostegno all'impresa e alla famiglia.
Mariastella Gelmini, tra gli esponenti di punta del Pdl lombardo, esce da Villa Gernetto annunciando che sarà Mantovani il numero due della giunta Maroni. Poi si concentra sui temi forti sottolineati dall'intervento di Berlusconi: «La campagna elettorale per noi non è terminata. Gli appuntamenti a partire dal 23 marzo denotano la volontà di Berlusconi di uscire dal Palazzo e stare tra la gente. Il presidente ci ha detto che dobbiamo garantire stabilità e governabilità».
Giulio Gallera, consigliere regionale e segretario cittadino del Pdl, area liberal, dipinge un leader del Pdl «pimpante e carico». Racconta: «Ho trovato un presidente molto determinato, che ha dato importanza al tema del lavoro e delle tasse. Berlusconi ci ha ricordato come la sinistra metta al primo posto conflitto d'interesse e falso in bilancio, temi che non consentono certo all'economia del Paese di ripartire».
Molto positivo anche Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale in pectore, di area Cl: «È stato un incontro bello, cordiale, colloquiale.

Si respira un clima positivo, voglia di tornare nelle piazze e rifare politica sul territorio. La campagna elettorale ha ridato vigore ai politici in campo. Nonostante la difficoltà oggettiva della situazione nazionale, c'è un clima di ottimismo».

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