«Formigoni sarà candidato al Parlamento. Non ho notizia di una sua volontà di candidarsi ancora in Lombardia» dice Silvio Berlusconi a Telelombardia. E più in generale: «In Lombardia cambieremo praticamente tutto. Nessuno dei vecchi consiglieri Pdl sarà rimesso in lista alle regionali». Sarà dato spazio ai rappresentanti del lavoro e delle professioni e ai sindaci rieletti al secondo mandato. Quanto a Gabriele Albertini, il leader del Pdl liquida la questione: «Dice che non è in vendita? Credo che nessuno lo voglia comprare». Spiega perché gli aveva offerto di correre al Senato con il Pdl. «Nessuno voleva comprarlo, ho fatto ricorso al suo senso di responsabilità» di esponente del partito che - ha ricordato - lo ha sostenuto negli anni. Eppure «non ha sentito ragioni».
A proposito di offerte per il Senato, l'ex sindaco Albertini un'intervista all'Unità ha parlato di una sua possibile doppia candidatura al Pirellone e a Palazzo Madama, naturalmente nella lista Monti. Una doppia candidatura che sarebbe un paracadute di fronte a un insuccesso alle regionali, dal momento che Albertini ancora esclude di ritirarsi dalla corsa lombarda. E ieri ha attaccato anche Formigoni: «Sale sul carro dell'accordo Lega-Pdl».
Giornata importante nel centrodestra lombardo, all'indomani dell'accordo ad Arcore tra Pdl e Lega. Il Tavolo Lombardia si è riunito in viale Monza e sono stati distribuiti i primi compiti per la campagna elettorale. Presenti i membri Mario Mantovani, Luigi Casero, Paolo Romani, Daniela Santanché, Mariastella Gelmini, oltre che Roberto Formigoni e Maurizio Lupi. Il coordinatore Mantovani, dopo il vertice, dice di sperare in una candidatura di Roberto Formigoni in Regione («non è mai stato fuori dal partito») e spiega che lui e Formigoni sono i responsabili del programma regionale del Pdl, lavoro che prevede molti punti di contatto con quello di Luigi Casero, il responsabile del programma nazionale. A Paolo Romani e Daniela Santanché tocca la responsabilità di propaganda e comunicazione del programma regionale. E Casero insieme con l'ex ministro Mariastella Gelmini - aggiunge Mantovani - hanno la responsabilità di autonomie locali e questioni fiscali.
Diversi i temi da affrontare, dai criteri per le candidature fino alla scelta del vicepresidente di Maroni. L'accordo con il Carroccio prevede ovviamente che sia del Pdl, ma la scelta del nome è stata rinviata. Nessun ticket come si pensava in precedenza. «Non abbiamo parlato di nomi - spiega Mantovani -. Per il momento pensiamo a vincere in Lombardia, poi vedremo anche i risultati elettorali».
Paolo Romani, da responsabile comunicazione, parla del tema forte di «rinnovare le candidature» per il Pirellone. Aggiunge: «La mia opinione personale è che le doppie candidature in Regione e in Parlamento dovrebbero essere bloccate». Daniela Santanché è convintissima: «Dobbiamo dare un esempio di serietà al Paese. O ci si candida qui oppure a Roma, perché è importante che gli elettori sappiano che in ogni caso i candidati consiglieri rimarranno a Milano». Mantovani è di diverso avviso: «La mia opinione è che ci si possa candidare sia in Regione che in Parlamento, in modo che si possa contribuire a entrambe le campagne elettorali».
Il tema delle incompatibilità sarà discusso a livello nazionale. E in molti prevedono che le regole decise a Roma saranno a favore della scelta tra le due opzioni. Il tema potrebbe riguardare Mariastella Gelmini, di cui si è parlato come possibile vicepresidente della Regione (che però preferirebbe il Parlamento) e Mario Mantovani, che non ha fatto mistero di essere interessato a un futuro al Pirellone. E c'è chi parla di possibili eccezioni.
Un'altra questione aperta è il ruolo della nuova formazione di Ignazio La Russa.
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