Cronaca locale

Bernardo: "Stop lavori sulla pista ciclabile di corso Buenos Aires"

Il candidato del centrodestra va all'attacco. Il Comune: "Quella non è un'autostrada"

Bernardo: "Stop lavori sulla pista ciclabile di corso Buenos Aires"

La complessa viabilità di Milano torna al centro della sfida elettorale fra il sindaco uscente, Beppe Sala e lo sfidante Luca Bernardo (nella foto). Il candidato del centrodestra ieri ha deciso di tornare all'attacco sulla contestata realizzazione - nel cuore di Milano - della corsia ciclabile che presto sarà oggetto di un restyling. «Lancio un appello al sindaco uscente - ha detto Bernardo - Fermi sul nascere i lavori per il rifacimento della pista ciclabile di corso Buenos Aires: sono nemici della viabilità, del commercio, sono contro i milanesi, come molti provvedimenti decisi dall'attuale giunta comunale». «Sala lo saprebbe se vivesse davvero Milano», lo sottolinea Bernardo. «Ampliare la ciclabile nel tratto tra piazza Oberdan e viale Tunisi significa eliminare i pochissimi parcheggi disponibili per auto e moto e punire ancora una volta i cittadini. Gli esercenti che stanno faticando a riprendersi dalla batosta delle restrizioni - molti purtroppo hanno dovuto chiudere - verranno ulteriormente penalizzati: è questa la visione di città tanto sbandierata? Un sindaco e un'amministrazione amica guardano agli interessi dei propri cittadini, non alle ideologie». «Peraltro - conclude Bernardo - fosse stato davvero convinto dell'utilità di tale intervento, Sala avrebbe avuto tutto il tempo per realizzarlo nei 5 anni di mandato, ma vuole farlo ora per strizzare l'occhio in campagna elettorale a una parte del proprio elettorato: un'altra manovra spericolata contro gli interessi dei milanesi».

A Bernardo si incarica di replicare l'assessore alla Viabilità, Marco Granelli. «In corso Buenos Aires - sostiene - abbiamo sperimentato un anno, e ad oggi 9mila ciclisti al giorno usano la nuova ciclabile, il 25% dei mezzi che usano il corso. Ora stiamo cercando di migliorare, per rendere il transito di tutti più lineare e sicuro per tutti, i tanti pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti che passano in Buenos Aires». «Noi - dice Granelli - abbiamo un'idea di corso Buenos Aires dove i cittadini possano passeggiare per prendere un gelato, bere un caffè o un aperitivo, guardare le vetrine e fare acquisti, accedere a teatri e attività culturali, fermarsi a parlare e stare bene insieme. E per questo ad agosto miglioreremo il primo tratto tra Oberdan a Tunisia togliendo i restringimenti del marciapiede, mettendo la ciclabile lungo il marciapiede rendendola più lineare, realizzando una corsia per le auto più lineare e uniforme, e realizzando sulle laterali, in prossimità degli incroci, sosta per le auto, per carico e scarico e per le moto».

Granelli insomma contrattacca, distorcendo la posizione di chi critica la ciclabile della discordia e lanciando la sua scomunica: «Chi si ostina a non volere le piste ciclabili, in corso Buenos Aires e nel resto di Milano - avverte - evidentemente sogna un'autostrada a più corsie in pieno centro cittadino. Ignorando ciò che da decenni avviene nei viali di tutte le principali città europee».

Ma a Granelli replicano Riccardo De Corato e Fabrizio De Pasquale. L'attuale consigliere di Fdi e assessore regionale definisce la ciclabile «un'opera tanto inutile quanto pericolosa». «Incidenti, taglio dei posti, lamentele dei commercianti - dice - La lista è lunga e Granelli e Sala la conoscono bene», dice. Il capogruppo di Forza Italia De Pasquale invece spiega: «Corso Buenos Aires era un grande centro commerciale naturale fruibile dai pedoni ben prima della ciclabile. Ora i pedoni sono a rischio e il traffico è congestionato.

La logica di Sala e Granelli di non progettare ma fare e rifare gli interventi a spese dei contribuenti produce solo pasticci».

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