Guerra in Ucraina

Bertolaso alla cabina di regia. E il sindaco apre il caso asili

La Regione ora gli affida il coordinamento degli aiuti ai profughi. Il sindaco Sala al governo: "Risorse e regole per ospitare in hotel. Preoccupato, non so se avremo i posti nelle scuole"

Bertolaso alla cabina di regia. E il sindaco apre il caso asili

Prima il Covid, ora la gestione dei centomila profughi ucraini che potrebbero arrivare entro poche settimane in Lombardia. Quando c'è un'emergenza, la Regione si affida a Guido Bertolaso. Il governatore Attilio Fontana ha costituito ieri il «Comitato esecutivo per l'emergenza in atto in Ucraina» e ha nominato coordinatore della struttura l'ex capo della protezione civile, in qualità di consulente del presidente. Gli altri membri sono il direttore generale della Protezione civile Roberto Laffi, il dg dell'assessorato al Welfare Giovanni Pavesi, quello della famiglia e Solidarietà sociale Claudia Moneta e il direttore generale di Areu Aberto Zoli. Fontana lo ha costituito per «assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina, contribuirà ad affrontare quanto necessario per le azioni e le attività da mettere in campo durante la crisi, sulla base dell'ordinanza e in costante raccordo con il governo».

E Beppe Sala ha riferito ieri dell'incontro che lui e altri sindaci hanno avuto martedì con il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese sulla questione dell'accoglienza. La richiesta: più fondi e regole snelle per evitare di incappare (ad esempio) nei rilievi della Corte dei Conti. «Come tutte le grandi città non sappiamo esattamente ad oggi quanti rifugiati sono arrivati perchè alcuni si sono registrati in questura e altri no - ha premesso -. Riteniamo che ne siano arrivati circa un migliaio ma possiamo immaginare che in tutta la Città metropolitana salieremo a circa 40mila».

É chiaro, ha sottolineato, che «con queste dimensioni solo i centri di accoglienza e il volontariato non bastano, andando avanti bisognerà avere procedure diverse. E a Lamorgese abbiamo posto delle questioni molte precise, che vanno risolte in tempi stretti: il rimborso che i Comuni hanno nella gestione di questi centri è molto limitato, con 24 o 25 euro a persona non ci fai granché. E servono misure che ci permettano dì agire con tempestività: se ne arrivassero molti cosa posso fare io? Per esempio fare accordi con alberghi che oggi sono semivuoti e prendere della camere. Lo posso fare o poi la Corte dei Conti viene a dirmi perché l'hai fatto? Si tratta di essere molto rapidi, Lamorgese l'ha capito benissimo».

Ha aggiunto infine che «ci preoccupa tantissimo l'accoglienza dei bambini in scuole e asili, la capacità operativa che si possa fare veramente». Il prefetto Renato Saccone ha precisato ieri che «il 90% delle persone sta trovando collocazione autonoma, meno del 10 si rivolge a Comuni e prefetture. Al momento sono arrivati 1.600 ucraini a Milano e provincia, 103 sono nei centri. Al momento la capacita di accoglienza c'è, il tema dei servizi diventerà molto importante soprattutto in una seconda fase».

E sono salite a 35 le persone già ospitate a Casa Jannacci soprattutto donne e bambini.

Ieri l'assessore al Welfare Lamberto Bertolè ha fatto un sopralluogo, «li ho trovati molto determinati e desiderosi di ambientarsi a Milano» ha riferito.

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