Biglietti taroccati, studenti nei guai

Biglietti taroccati, studenti nei guai

L'idea era decisamente ingegnosa: contattare studenti per un questionario sul grado di soddisfazione delle tratte locali e poi «offrire», in cambio del tempo accordato, abbonamenti scontati del 30 per cento. Ovviamente falsi. L'attività della «banda degli onesti», due studenti universitari, è però durata un mesetto o giù di lì. Una studentessa a cui hanno offerto il carnet ha subodorato l'inganno, informato le Nord facendo scattare la denuncia. La Polfer ha poi chiuso il cerchio mandando un agente a «comprare» gli abbonamenti, beccandoli quindi in flagranza.
Protagonisti della truffa due ragazzi di 23 anni, iscritti al Politecnico, che si erano accorti come, usando una buona stampante, si potessero riprodurre carnet da 10 corse di buona fattura. Niente di più probabile che li abbiano utilizzati inizialmente per se e per una stretta cerchia di amici, salvo poi accorgersi che potevano smerciarli. Il problema era il «come». Non potevano certo andare in giro a spacciarli come fosse hashish, né aprire uno sportello in proprio nelle stazioni milanesi. Alla fine si è accesa la lampadina: i due ingaggiano due ragazze e le mandano in stazione Centrale, evitando Cadorna per non farlo proprio sotto gli occhi dei controllori delle Nord, con un questionario da proporre agli studenti sul gradimento del servizio locale. Spiegavano che si trattava di una ricerca curata dalla Bicocca per conto della Regione e in effetti sul modulo c'erano stampati il logo delle ferrovie, dell'università e del Pirellone. Le domande erano le solite: quante volte prendi il treno, che distanze copri, come ti trovi e via di seguito. Alla fine nome, cognome ed indirizzo mail, ma soprattutto la «ricompensa» per il tempo perso per il questionario: un sostanzioso sconto sul carnet da 10 viaggi, proposto a 55 euro anziché 80.
Tra i tanti che hanno risposto però, anche una ragazza che ha notato come, a differenze degli altri abbonamenti, non ci fosse il numero di serie. Un secondo controllo le consentiva di appurare come il cartoncino fosse più leggero. Indizi più che sufficienti alla nostra Agatha Christie in erba per annusare l'inganno e rivolgersi a Trenord. L'azienda ha confermato la falsità del documento e ha avvertito la polizia ferroviaria. Gli investigatori non hanno faticato ad agganciare i furbacchioni: hanno spedito una mail per completare il formulario e i due hanno risposto offrendo il famoso carnet. Appuntamento alla Cattolica dove il poliziotto ha ritirato l'abbonamento quindi ha allungato i 55 euro ai due studenti e, al momento del perfezionamento della truffa, sono saltati fuori i colleghi in divisa.
I ragazzi di fronte all'evidenza non è che potevano dire più di tanto, anche perché non stiamo parlando di due geni del male. Hanno ammesso tutto e quando gli agenti hanno chiesto se avevano altri abbonamenti hanno allungato spontaneamente dieci biglietti falsi. «E a casa ne avete ancora?». Non era il caso di cercare di menare il can per l'aia, così hanno portato i poliziotti nell'abitazione di uno di loro consegnando stampante (di ottimo livello) e oltre 3.200 tagliandi già stampati.

Per i due è scattata la denuncia per truffa e «falsificazione di biglietti di pubbliche imprese di trasporto». Il primo reato prevede da sei mesi a un anno, il secondo fino a un anno di reclusione. Ma se la caveranno con pochi mesi con la condizionale. E forse la lezione gli sarà servita.

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