Il sindaco è insofferente del ruolo. Dopo giudici del Tar e sindacati (già attaccati recentemente) è stanco di doversi guardare le spalle dal Pd, che dopo il voto delle Europee pretende - guarda un po' - di dire la propria, ma soprattutto vuol richiamare all'ordine il radicale Marco Cappato, il socialista Roberto Biscardini e l'ex Idv Raffaele Grassi. Da qualche mese non votano le delibere in aula e criticano l'operato della giunta pur stando in maggioranza. Cappato e Biscardini, peraltro, hanno conquistato due poltrone nel consiglio metropolitano che Giuliano Pisapia aprirà ufficialmente domani alle 9.30 a Palazzo Isimbardi. La situazione insomma si complica. Per questa sera ha convocato quindi in Comune un vertice di maggioranza per far firmare ad assessori, capigruppo e segretari della maggioranza un patto di fine mandato, un impegno a non discostarsi dalla parola del sindaco su alcuni punti chiave. Altrimenti? Pisapia avrebbe già minacciato una fine anticipata del mandato. «Come ai tempi del comunismo, non accetta il dissenso interno - sintetizza dal centrodestra Riccardo De Corato (Fdi) -. Chi comanda decide e gli altri devono stare zitti, o li minaccia di far cadere la baracca». Ma dall'area socialista, anche per Roberto Biscardini «l'ultimatum di Pisapia appare improbabile, trovo eccessive e premature queste fibrillazioni elettorali e consiglio nervi saldi e bocce ferme». La giunta casomai dovrebbe agitarsi per il parere del Collegio dei revisori dei conti sul Bilancio comunale al 30 agosto.
Si evince, scrivono, «un potenziale squilibrio delle spese per il trasporto pubblico locale per 11 milioni, inoltre le entrate dalla vendita dei biglietti sono oggi circa 6 milioni meno del previsto» e ciò ancora incertezza su Tari e Tasi. Raccomandano dunque «una linea di estrema prudenza nelle spese».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.