Tra bocciati e promossi parte il risiko autostrade

L'arrivo del presidente di Serravalle Marzio Agnoloni nel consiglio di amministrazione di Pedemontana comincia a chiarire il risiko delle società autostradali partecipate dalla Provincia messo in moto dalle dimissioni di Bruno Soresina. Il suo mandato sarà di mettere mano (qualcuno dice di frenare) una serie di operazioni finanziarie che riguardano oltre a Pedemontana stessa, anche le controllate Tem e Tangenziale esterna spa. Prestiti ponte e aumenti di capitale necessari a tenere aperti i cantieri di infrastrutture destinate a ridisegnare la viabilità non solo di Milano, ma di tutto il Nord Italia. Cantieri, quelli di Pedemontana, aperti dopo ben quarant'anni di discussioni e nel caso della nuova tangenziale, avviati lo scorso 11 giugno. E indispensabili per rendere ancora più efficace la BreBeMi, la nuova via veloce alternativa alla A4 per collegare Milano a Brescia. Il fatto è che passare dai progetti all'asfalto costa e per le tre operazioni il conto arriva a 12 milioni di euro. Casse degli enti pubblici vuote o strangolate dal Patto di stabilità, banche sempre meno disposte a concedere prestiti e privati in riserva di liquidità, disegnano allora nuovi scenari finanziari che rischiano di bloccare tutto.

«Stupisce - spiega il presidente della Provincia Guido Podestà - che ci sia ancora chi si meraviglia del fatto che per realizzare queste grandi opere siano necessari dei capitali, è chiaro che vi è la necessità di avere mezzi propri da aggiungere a quelli del sistema bancario». Ed è di ieri il cda di Te che ha rinviato al 26 settembre la decisione sull'aumento di capitale da 120 milioni di euro chiesto dalle banche per la concessione di un equivalente prestito ponte.

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