Cronaca locale

Boldi: "Me la vedrò al ristorante, e poi in piazza a festeggiare"

Il comico: "Avremmo dovuto vincere già da due domeniche. Ibra ha portato bene"

Boldi: "Me la vedrò al ristorante, e poi in piazza a festeggiare"

Allora Boldi, lo scudetto è vicino, vicinissimo. Ci sperava, lei milanista sfegatato?

«Premesso che per scaramanzia non dovrei dire proprio nulla, in realtà lo dico: speravo, anzi pensavo che l'avremmo già vinto da due o tre giornate...».

Addirittura! I giochi erano e sono tutt'altro che scontati; l'Inter è ancora lì, e fino a qualche settimana fa c'era anche il Napoli...

«Mah, al Napoli non c'ho mai creduto, mentre l'Inter sì, faceva paura, soprattutto nel periodo in cui, tra pareggi e qualche sconfitta, non ne infilavamo una giusta. Ma allo scudetto ci credo fermamente da quattro-cinque partite, e se domenica scorsa l'Inter avesse fatto cilecca a Cagliari...».

Il quarantenne Ibra ha portato buono, secondo lei?

«Sì sì, anche se avrebbe dovuto giocare un po' di più. Però sono convinto che con la sua esperienza abbia dato una spinta decisiva alla squadra».

Tecnicamente, almeno sulla carta, l'Inter sembrava avere una marcia in più. Che cosa sta facendo la differenza?

«Secondo me le due squadre si equivalgono come qualità dei giocatori, ma forse i nostri ci hanno messo un pizzico di grinta in più, soprattutto nelle ultime partite. Però, aggiungo, nel calcio ci vuole anche fortuna, e quella a volte ti assiste al momento giusto, altre volte ti gira le spalle, sai com'è».

Lei ha vissuto gli anni d'oro del Milan di Sacchi, Berlusconi, Ancelotti. Quei tempi ora possono ritornare o vede grandi differenze?

«Beh, le differenze ci sono eccome; quello era un Milan che ti faceva dormire tra due guanciali, una sicurezza e con un gioco sempre spumeggiante. Oggi il calcio è molto più business e la differenza vera la fa potersi permettere grandi campioni che costano una fortuna. Ma non è solo questo...».

Dica.

«Ai tempi del Milan di Berlusconi c'era un presidente fortemente carismatico che infondeva una mentalità vincente alla società e alla squadra. Non è poco. Oggi i proprietari sono dei fondi finanziari, ma chi è che ci mette la faccia, Maldini? Guardi, è un po' come nel cinema. Quando facevamo i cinepanettoni con De Laurentiis eravamo sicuri del successo al botteghino perchè c'era lui che ci credeva...».

La differenza tra il calcio di allora e questo, volendo fare un paragone cinematografico?

«La stessa differenza che c'era tra Totò e la coppia Boldi-De Sica (ride)».

A proposito di spettacolo: lei, Teocoli, Abbatantuono, tutti milanisti. Andavate allo stadio insieme?

«Con Teo sì, con Diego no».

Domani la partita dove se la vedrà?

«Con un gruppetto di amici in un ristorante-bar a Trezzano sul Naviglio. Ovviamente a porte chiuse...»

Evidentemente porta buono; se vincete?

«Festeggeremo tutti in piazza Duomo».

MdM

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