Bonifiche e nuovi soci: l'area ex Falck accelera anche senza Piano

Risanamento fatto direttamente dal patron Bizzi. La cerimonia con il ministro Galletti

Luca Fazzo

Alla fine Davide Bizzi le bonifiche se le è fatte da solo. Per capire quello che sta accadendo nell'area sterminata che era la Falck, e quello che vi accadrà nei prossimi anni, bisogna guardare un dettaglio che ieri - nella cerimonia con cui ministro e assessori sbarcano nella landa assolata che fu l'acciaieria di Sesto - non viene sottolineato a sufficienza. In agenda c'è la presentazione ufficiale del primo lotto di bonifica, quella del terreno dove sorgerà la Città della Salute, il megapolo di cura e di ricerca che riunirà il Neurologico Besta e l'Istituto dei tumori. Convegno, visita, dichiarazioni, legittima soddisfazione. Si racconta quali sono i camion che spostano i terreni, quale la società che vigila per evitare i consueti problemi di infiltrazioni calabresi. Ma chi fa, concretamente, la bonifica?

Lui, Bizzi, il padrone dell'area. Che dopo essersi guardato in giro nel mercato dei bonificatori di professione, si è convinto che sia un mondo di furbacchioni. E siccome in fondo per ripulire un terreno non serve una laurea in fisica nucleare, la bonifica ha deciso di farsela da solo.

Sarà un lavoro sterminato, perché dopo avere ripulito la zona dove sorgeranno gli ospedali si passerà al resto del milione di metri quadri. E dopo avere ripulito, si dovrà cominciare a costruire, a vendere, a dare vita a una città nella città che dal cuore della ex Sesto operaia si stenderà sino al Lambro. Questa è la scommessa vera. La Città della Salute è la parte facile perché si fa con soldi pubblici già stanziati. Il resto invece deve andare sul mercato immobiliare. Qui le dimensioni dell'operazione alla fine hanno costretto Bizzi a cedere metà dell'affare agli arabi di Fawaz Alhokair, colosso da sempre attivo più sul commerciale che sul residenziale.

E qui sono iniziati i problemi con Renzo Piano, il grande architetto che aveva firmato l'intero piano di sistemazione della Falck, e che di fronte all'ingresso degli arabi si è mostrato assai critico, «se si vuole fare dell'area un grosso centro commerciale io non ci sto», ha detto in sostanza Piano. Lì per lì Bizzi c'è rimasto male, perché la firma di Piano nobilitava tutta l'impresa. Però è anche possibile che, a conti fatti, si sia scoperto che fare progettare i singoli palazzi ad architetti meno famosi porterà a risparmiare un sacco di soldi. Così si è trovata una via d'uscita che accontenta tutti, Piano firmerà il progetto della nuova fermata di treni e metrò che sarà la porta d'accesso alla Città della Salute. Il resto dell'operazione andrà avanti senza di lui. E la stessa Città della Salute non porta la firma dell'archistar genovese ma di Mario Cucinella.

Ieri, intanto, Bizzi incamera l'endorsement del ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti, «il forte investimento privato sull'area ex Falck si coniuga nel migliore dei modi con l'impegno del ministero dell'Ambiente e dei vari livelli istituzionali sul sito d'interesse nazionale. Pubblico e privato devono camminare insieme. Grandi tecnologie e innovazione come quelle messe in campo a Sesto sono un modello per il complesso lavoro di bonifica che riguarda tutto il territorio nazionale».

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