Mimmo di MarzioTra i personaggi e interpreti dell'ultimo thriller immobiliare milanese - l'incombente cantiere del parcheggio sotterraneo di via Borgogna - c'è sicuramente la Sovrintendenza del ministero dei Beni Culturali: censore implacabile sulle problematiche dei privati cittadini e delle associazioni, troppe volte pilatesca davanti ai grandi interessi. I catafalchi di cui anche in tempi recenti si è infarcito il paesaggio urbano ne sono un esempio. Sul suddetto cantiere, la sezione Beni archeologici ha dato il proprio beneplacet, sia pur condizionato da accorte postille, come si può leggere nel parere firmato nel luglio del 2007 dal soprintendente Luigi Malnati e dal direttore Anna Ceresa Mori. La lettera, facente riferimento alle preliminari indagini archeologiche dell'area, esprime un parere «in linea di massima» favorevole alla realizzazione del parcheggio. In linea di massima appunto. Infatti, prosegue la lettera, «poiché le indagini hanno evidenziato la presenza del fossato delle mura romane, di lacerti di stratigrafia archeologica e di resti della chiesa di Santo Stefano in Borgogna, si ritiene opportuno che i lavori di scavo vengano effettuati con l'assistenza di operatori archeologici sotto la direzione di questa Soprintendenza. L'assistenza diventerà scavo archeologico vero e proprio (...). Trattandosi di un'area ad alto rischio archeologico, non sono da escludersi modifiche al progetto in corso d'opera, qualora dovessero verificarsi rinvenimenti di particolare interesse». Cordiali saluti.Ricapitolando: l'area è stata giudicata «ad alto rischio archeologico» anche a seguito dei primi rinvenimenti acquisiti tra l'agosto del 2006 e il febbraio del 2007 (non erano proprio quattro sassi a quanto pare), ma il parere della Soprintendenza è «in linea di massima» favorevole alle ruspe. Anzi: trattandosi di un'area ad alto rischio, il cantiere dell'autorimessa diventerebbe un «vero scavo archeologico» assistito da esperti della stessa Soprintendenza pronti, all'occorrenza, ad apportare modifiche al progetto anche in corso d'opera. La sostanza è che - anziché dare parere sfavorevole come sarebbe stato lecito attendersi non trattandosi di un'opera pubblica - la situazione «ad alto rischio» ha ottime probabilità di far lievitare a dismisura i tempi del cantiere e i disagi per i cittadini. I cantieri della Darsena e di Sant'Ambrogio insegnano.
Del resto fu lo stesso direttore Ceresa Mori, nel suo studio del 1983 sulle «Mura delle Città Romane in Lombardia» a evidenziare come via Borgogna sia pienamente ubicata «nel settore nordorientale della città romana, ai limiti dell'ampliamento della cinta muraria di età massimianea che, provenendo da via Montenapoleone, si suppone attraversasse piazza San Babila a sud, piegando verso corso Europa e curvando a sud-est in direzione delle vie Durini, Verziere, Delle Ore, dove si congiungeva alla cortina difensiva più antica». Appunto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.