Bradburne: ecco le soluzioni per aprire Palazzo Citterio

Il direttore della Pinacoteca (architetto) ha pronto un progetto per rimediare agli errori di ristrutturazione

Mimmo di Marzio

Sul caso della Grande Brera e della ristrutturazione di Palazzo Citterio i milanesi sono in attesa di una svolta; che potrebbe arrivare dall'intervento del ministro del Mibac Alberto Bonisoli, dopo le promesse di un'attenta analisi del caso, ma anche da quello del sindaco Giuseppe Sala che proprio ieri ha dichiarato: «La situazione così non va bene, sono a disposizione per trovare una soluzione».

In realtà le soluzioni sarebbero già pronte nero su bianco, frutto di uno studio messo a punto dal team dello stesso direttore di Brera James Bradburne. Soluzioni di sostanza e non estetiche come recentemente qualcuno ha ironizzato sulle pagine dei giornali. Bradburne, che è anche architetto, ha infatti elaborato un progetto che risolverebbe senza particolari traumi gli attuali problemi di agibilità per le collezioni del '900, trasformando in un vero museo quello che allo stato attuale è solo «un palazzo restaurato».

Al netto del rifacimento degli impianti di climatizzazione (che resta il problema più urgente) il primo punto riguarda la proposta di spostamento dell'ingresso dal civico 12 al civico 14; un'entrata cioè più importante e che si aprirebbe ad un nuovo spazio di accoglienza. Il secondo punto riguarda la realizzazione di una nuova scala in vetro per accedere al primo piano dove saranno esposte le collezioni Jesi, Mattioli e Vitali. L'idea di Bradburne risolverebbe in modo adeguato il passaggio da un piano all'altro del museo ma soprattutto non sarebbe di intralcio agli allestimenti e alla fruizione degli spazi espositivi, come invece si verificherebbe con la scala grigia centrale realizzata nel progetto della Sovrintendenza.

L'allestimento della nuova scala di collegamento completamente trasparente sarebbe una soluzione funzionale alla logica espositiva anche perchè, spiegano i tecnici, consentirebbe al visitatore di cogliere la continuità tra l'Ottocento (esposto al piano terra), il collezionismo del Novecento (accolto al primo piano), le mostre e l'arte contemporanea (esposte al secondo piano) e di fruire del percorso senza soluzione di continuità. E l'allestimento, sulla carta, è pronto: all'ingresso il visitatore sarà accolto dalla grande Fiumana di Giuseppe Pellizza da Volpedo e da opere di Segantini e Previati e dalle meravigliose Fantasie di Mario Mafai.

Le scale già presenti, invece - realizzate su progetto preliminare della soprintendenza - continuerebbero a svolgere la loro funzione

di distribuzione del pubblico (prevalentemente in discesa a conclusione della visita) e ai servizi assolvendo, grazie alla compartimentazione, la funzione inderogabile di uscita di sicurezza e di accesso agli ascensori.

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