Brigata ebraica, diventa museo la sinagoga di corso Lodi

Brigata ebraica, diventa museo la sinagoga di corso Lodi

Foto e lettere, mappe, bandiere e spillette. Aprirà a fine maggio, nella sinagoga Beth Shlomo di corso Lodi, il primo museo dedicato alla Brigata ebraica, la formazione di 5mila soldati sionisti che - inviati in Italia a fine '44 e inquadrati nell'ottava Armata Britannica - parteciparono alla liberazione del Paese con operazioni rilevanti come lo sfondamento della linea gotica ai primi di aprile del '45.

I reperti inediti della collezione arrivano dall'esercito israeliano, dal Central Sionist Archive di Gerusalemme o dalle famiglie di reduci. Dal 22 aprile al 1° maggio saranno presentanti come mostra nel palazzo comunale di Inzago, quindi andranno a formare il museo permanente che è in via di allestimento nel piccolo tempio aschenazita di Porta Romana, in cui viene ancora conservato il rotolo della Torah che proviene dal campo di internamento di Ferramonte e passò dalla nella sinagoga di via Unione, in quella che era stata una vecchia sede del Partito fascista.

«Quella della Brigata ebraica è una storia che unisce la storia di Italia a Israele - ha spiegato Stefano Scaletta, ricercatore e curatore del museo insieme a Cristina Bettin e Samuele Rocca - Abbiamo voluto creare un'esposizione che valorizzasse il contributo dei combattenti della brigata ma non solo». Furono trenta i caduti della Brigata ebraica (50 i caduti ebrei nei vari corpi britannici).

I reduci prima dettero assistenza, anche a Milano, a chi tornava dai campi di sterminio. Molti, poi, rientrarono nella terra mandataria, partecipando con ruoli di grande rilevanza alla costruzione dello Stato di Israele.

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