Irremovibile. Venerdì pomeriggio il procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati, con un comunicato divulgato a tutti i magistrati del suo ufficio, ha annunciato che è diventata definitiva l'assegnazione del procuratore aggiunto Alfredo Robledo al dipartimento esecuzione della Procura milanese. Un trasferimento che equivale ad una degradazione pubblica, visto che Robledo - fino alla settimana scorsa titolare del più prestigioso dei pool investigativi, quello specializzato in tangenti, appalti e corruzione varia - viene spedito ad occuparsi del settore considerato la Cenerentola della Procura. Un pool dove non si fanno indagini ma ci si occupa solo di calcolare le pene, mandare in galera la gente, seguirne l'eventuale reinserimento: lavoro fondamentale, ma ben lontano dalle luci della ribalta. Di questo d'ora in avanti dovrà occuparsi «definitivamente» Robledo.
Il provvedimento era stato preannunciato da Bruti Liberati il 3 ottobre scorso, con una prima circolare: a Robledo, impegnato da sei mesi in un braccio di ferro con il suo capo sulla gestione delle inchieste, veniva tolta con effetto immediato la guida del pool anticorruzione. In via provvisoria, Robledo veniva assegnato all'ufficio esecuzione. Tempo una settimana, e il provvisorio è divenuto definitivo. Bruti Liberati spiega di avere cercato nel frattempo qualcun altro da destinare all'ufficio esecuzione, e di non avere trovato (come era ampiamente prevedibile) nessun volontario. Così, «vista la necessità di affidare il coordinamento a un procuratore aggiunto», la nomina di Robledo viene confermata.
Cosa accadrà adesso è imprevedibile: ieri Robledo ha continuato a lavorare al testo della memoria con cui chiederà l'intervento nel «caso Milano» del Consiglio superiore della magistratura. Il Csm, che finora aveva accuratamente evitato di sbilanciarsi, ha fatto sapere che intende muoversi in fretta per evitare che la procura di Milano esca totalmente delegittimata da questa vicenda che si trascina da troppo tempo. Ma le norme attuali pare che non consentano al Csm di intervenire con un atto di autorità e rimettere Robledo al suo posto.
Così lo stallo rischia di durare all'infinito, o almeno per molti mesi. E aldilà della sorte di Robledo, a preoccupare una parte dei magistrati è un tema cruciale: chi indagherà adesso sulla corruzione nella vita pubblica milanese? La guida del pool anti-tangenti è stata assegnata personalmente a se stesso dal procuratore capo, Bruti Liberati: che è un magistrato di lunga e provata esperienza, ma non ha mai fatto davvero il pubblico ministero, e potrebbe non avere il know how investigativo necessario.
Per guidare la Procura sono importanti le doti organizzative (come dimostrò Borrelli, che nemmeno lui aveva mai fatto il pm; e d'altronde, come dice Arrigo Sacchi, «per essere un bravo fantino non è indispensabile essere stato un cavallo»). Ma la guida diretta di un pool superspecializzato richiede forse anche un'esperienza diretta sul campo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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