É ancora lì. La voragine apertasi in corso di Porta Romana 124 a fine luglio. I lavori sono partiti, ma ancora non si vedono i risultati, come si capisce dal commento di chi sta al bar di fronte: «Dovrebbero chiuderla!».
La maggior parte degli inquilini ha preferito partire per le vacanze, a sentire il custode dello stabile, forse sperando di rientrare e trovare il palazzo di nuovo in buone condizioni. Intanto però non si vedono grandi progressi: la voragine é stata coperta, ma anche i buchi creati al momento del crollo per chiudere acqua e gas sono ancora lì.
Ma qualcosa, seppur lentamente, si sta muovendo a quanto pare: il condominio deve eseguire le opere di ripristino delle strutture interne ed esterne. E qualche operaio si é visto due giorni fa: «Qualcosina hanno fatto - dice il barista che ha il locale di fronte al condominio - ma non molto».
Da Palazzo Marino però hanno le idee chiare: «Noi abbiamo consegnato le aree sia interne che esterne al condominio per effettuare i lavori perché, purtroppo per i residenti, la responsabilità é loro - ha spiegato l'assessore comunale ai Lavori Pubblici Carmela Rozza - se entro i primi di settembre le opere non saranno completate, allora interverrà il Comune sperando che il condominio possa rivalersi sulla società costruttrice».
Il costruttore però é certo di riuscere a cavarsela, anche se sul crollo la magistratura ha aperto un'inchiesta, scaricando le responsabilità su altri. E intanto la viabilità resta ridotta, anche se attiva in entrambe le direzioni. E la ferita che ha portato Milano al disonore delle cronache nazionali é ancora lì.
Le forti piogge di luglio hanno causato il cedimento della struttura sottorranea del palazzo al civico 124 che si è portata dietro anche la strada creando un buco profondo 12 metri: il condominio é stato edificato da pochi anni, ma l'ultimo dei tre piani di box interrati non venne completato a dovere. Secondo le ricostruzioni dopo il crollo, la paratia del livello più basso era in legno invece che in ferro o cemento. Le piogge ne hanno dunque causato il progressivo indebolimento fino al crollo degli ultimi giorni di luglio. E adesso si osserva una delle vie principali del centro con un cantiere aperto.
Una situazione simile a quella di via Valfurva, a Niguarda, dove in seguito alle esondazioni dello scorso mese si erano aperte diverse buche. Meno famose e ampie di quella di Porta Romana, ma larghe a sufficienza per inglobare una persona. Alcune sono state riparate, il Comune aveva attivato un team di tecnici tra cui alcuni speleologi apposta, mentre altre si sono allargate. Anche perché non ha smesso di diluviare se solo pochi giorni.
E le transenne che delimitano le buche sono ancora lì a ricordare che basta poco per vedere la strada sbriciolarsi nuovamente. Nelle zona però, diventata la vera vasca di laminazione di Milano, la gente é ormai rassegnata ad aspettare la prossima esondazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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