Il buco Aler fa paura: una società esterna farà luce sui conti veri

È di 80 milioni di euro il buco (o la voragine) di bilancio dell'Aler di Milano quantificata nell'ultimo esercizio dall'ex prefetto Gian Valerio Lombardi nominato commissario straordinario dal governatore Roberto Maroni. Ma il rosso potrebbe essere anche più pesante, tanto che alla società di revisione contabile Bdo è stato affidato con gara pubblica l'incarico di stilare una «due diligence» (costo per la regione 35mila euro Iva esclusa). Un radiografia completa della situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell'azienda che si occupa delle case popolari da presentare entro il 24 dicembre. Ma la Bdo dovrà anche proporre soluzioni operative e organizzative, un Piano di risanamento pluriennale che ponga rimedio allo squilibrio strutturale nella gestione. «Bisogna mettere a posto i conti - assicura Lombardi - perché l'azienda possa camminare sulle proprie gambe». Un'impresa non facile, ha sottolineato ieri presentando con l'assessore alla Casa della Regione Paola Bulbarelli nella sede di viale Romagna l'incarico alla società Bdo, «perché oggi ci sono 18mila inquilini che pagano 58 euro di affitto e se questo dal punto di vista sociale è indubbiamente corretto, c'è da dire che queste cifre difficilmente consentiranno di tenere i conti in equilibrio». Anche perché sul piatto ci sono percentuali altissime di morosità sia degli inquilini che dello Stato e dei Comuni sempre più restii a saldare i debiti con Aler. Nel primo caso Bulbarelli ricorda cifre «che toccano il 31-32 per cento, ma annuncia provvedimenti per separare chi evade per necessità da chi invece approfitta». Deciso anche l'attacco al governo da cui «non arriva più nemmeno un euro per il fondo di sostegno agli affitti e per finanziare nuovi progetti». Ma all'appello manca anche il Comune «che avrebbe dovuto mettere gli stessi 5,2 milioni di euro per aiutare le famiglie in difficoltà e invece negli ultimi due anni ha versato zero». Ma l'assessore Daniela Benelli replica che «il Comune non ha nessun debito», avendo versato 7 milioni in tre anni. Poi Bulbarelli aggiunge che «la due diligence non ha lo scopo di giudicare l'operato di alcuno, ma di trovare soluzioni a criticità strutturali». E sulle consulenze Lombardi promette verifiche, ma precisa che «si tratta di 400mila euro, quando la mancata riscossione degli affitti solo negli ultimi due anni pesa per 53 milioni». Ma nonostante questo è tramontata in Aler l'era del direttore generale Domenico Ippolito che sarà sostituito da Raffaele Tiscar, attuale direttore generale alla Casa in Regione. Al cui posto potrebbe arrivare Maria Pia Redaelli, dirigente regionale e già nominata subcommissario Aler.
Una partita che si complica, perché nel mirino ci sono operazioni come l'acquisizione a Pieve Emanuele e Garbagnate di immobili per 100 milioni di euro e la compravendita tra Regione e Aler di immobili e aree in via Adriano per 16 milioni. Ma anche l'arrivo il 26 novembre in consiglio della riforma che conta già sei diverse proposte di legge.

Perché oltre al pdl varato dalla giunta Maroni che prevede unica sede con unico cda e solo 16 poltrone, ci sono quelli presentati da Fabio Altitonante (Pdl), Luca Del Gobbo (Pdl), Lega, Pd e Lista Ambrosoli, Movimento 5 stelle. Un ventaglio che va dalle 108/168 poltrone dei grillini (seppur la maggior parte senza emolumenti) alle sole 16 di Maroni o alle 24/28 che vorrebbe Altitinante. Per Del Gobbo 84 e 40 per il Pd.

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