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Buenos Aires chiusa e Dragoni in Sarpi Le marce indietro

Tanto rumore per nulla. Per mesi la sinistra che siede nel Consiglio di zona 3 ha fatto infuriare una buona parte dei commercianti in Buenos Aires con la proposta (votata) di trasformare il corso in un'area pedonale nelle 24 domeniche di Expo, tra maggio e fine ottobre. Morale: ieri l'assessore al Commercio Franco D'Alfonso ha riferito che non sono ancora arrivate richieste, per mancanza di sponsor «è tutto archiviato». La stessa fine, ha previsto, faranno le due porte a forma di Dragone agli ingressi di via Sarpi proposte durante Expo dai commercianti cinesi (oltre che dall'ex console), votate dalla Zona 1 in concomitanza di eventi nonostante le proteste del centrodestra e 1.500 firme contrarie raccolte dai residenti («sarebbe un premio a chi ha infrange le regole del commercio all'ingrosso e vende merce contraffatta» l'opinione di ViviSarpi) . Ma la Commissione convocata ieri a Palazzo Marino per discutere se dare o meno il via libera alle porte aveva un vizio di base: «Non abbiamo ricevuto al momento alcun progetto» la precisazione dell'assessore.

A tenere banco alla fine è stato lo scontro verbale tra lui e la capogruppo della Sinistra x Pisapia Anita Sonego, residente nel quartiere e contraria ai «Dragoni» a Chinatown. «Gli unici coerenti sono i leghisti, che razzisti erano e razzisti restano. Gli altri sono turisti della contrapposizione» la dichiarazione di D'Alfonso. Che infila due insulti in un colpo solo.

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