Buenos Aires: record di ciclisti travolti

La pista ciclabile della discordia. Il Comune di Milano logia l'aumento delle bici, ma in tre anni sono quintuplicati gli incidenti

Buenos Aires: record di ciclisti travolti

Non c'è pace per la ciclabile di Corso Buenos Aires. Nei giorni scorsi, con toni trionfalistici, era stato l'assessore alla sicurezza Marco Granelli a tesserne le lodi come antidoto alla crisi energetica: «Se possiamo, usiamo più la bici aveva suggerito ai milanesi- In corso Buenos Aires grazie alla ciclabile lo fanno quasi 7 mila persone ogni giorno tutto l'anno, e le auto che percorrono il corso ora sono il 58%, erano il 78% dei veicoli in strada, e le bici il 21%. Corso Buenos Aires, la ciclabile che non piace è tra le più usate d ella città...».

A spegnere gli (eccessivi) entusiasmi dell'assessore è arrivata eri la replica dell'ex vice sindaco di Milano Riccardo De Corato che, dati alla mano, racconta tutt'altra storia: «Fin dalla sua progettazione, la pista ciclabile di corso Buenos Aires è stata oggetto di critiche, che, a detta dell'Assessore comunale Granelli, sarebbero ingiustificate, perché la presenza di biciclette sulla corsia di Porta Venezia è quadruplicata- spiega De Corato- Certo, la ciclabile è frequentata, ma a che prezzo? Gli ultimi dati fornitici da Areu sono allarmanti: se nel 2019, quindi prima della realizzazione della corsia per i mezzi a due ruote, si sono verificati 36 incidenti, nel 2021 ne sono stati registrati addirittura 182, con un incremento esponenziale delle cadute in bicicletta e in monopattino e degli investimenti di ciclisti pari a cinque volte di più».

In un anno, il 2021, si contano, dunque, quasi 200 infortuni sulla strada soltanto in corso Buenos Aires, in cui sono coinvolte le biciclette e i monopattini: «É un quadro preoccupante- continua l'Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia- che mette in luce come la sicurezza, nella progettazione del tracciato, sia passata in secondo piano».

Lunedì pomeriggio intanto in Regione, all'auditorium Testori, si discuterà proprio di questo con un incontro («Monopattini e dintorni: sicurezza, rischi e norme») in cui si affronterà questa tematica così attuale.

«Chiaramente, prima di dare il benestare per la circolazione delle biciclette in ogni dove, bisognerebbe creare una coscienza ciclistica- spiega De Corato- Quanti guidano un velocipede usando il telefono, non accedendo le luci di posizione, ascoltando musica con le cuffiette, non usando il casco e non rispettando le norme della strada? Troppi...».

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