di Giannino della Frattina
Quanto timore c'è adesso a sinistra. Perché la scelta di Passera di ritirare la sua candidatura e appoggiare quella di Parisi «non si tradurrà in un vantaggio elettorale per il centrodestra e acuirà inevitabilmente le divisioni», assicura il candidato Giuseppe Sala preoccupatissimo che Lega e Fi perdano voti. Non sia mai. Per il segretario del Pd Bussolati «una santa alleanza degli interessi, un imbarazzante teatrino che Milano respingerà». Di qui il suo appello per «lasciarsi alle spalle gli anni bui del ventennio che ha preceduto il nostro buon governo». Quel ventennio di centrodestra che a Milano ha portato i grattacieli delle archistar a Porta Nuova e City Life, tre depuratori, la Darsena riqualificata, autostrade e tangenziali, stazioni della metro, la Scala restaurata, il teatro degli Arcimboldi e il quartiere della Bicocca, il bike sharing e il car sharing. Il calo delle tasse e l'Expo. Cose che con incredibile faccia tosta il Pd ha oggi messo nei suoi manifesti elettorali, con un furto degno del Totò della Fontana di Trevi.
Curioso che Sala e compagni si preoccupino delle divisioni del centrodestra proprio quando Milano diventa (come previsto) il laboratorio di un universo dei moderati che si allarga e comincia a pensare di poter mandare a casa con il voto il premier (non votato) Renzi. E la sinistra, invece, va in pezzi con la candidatura di una figura storica come Basilio Rizzo, pronto a drenare i voti di un elettorato che considera (giustamente) Sala un uomo estraneo a quella tradizione.
Gente non disposta a votare chi in una dichiarazione giurata dimentica di denunciare una casa a Sankt Moritz, dopo aver mentito su quella di Zoagli e sul progetto commissionato all'architetto De Lucchi, suo beneficiato nei lavori Expo. Tutta roba negata a lungo, nonostante le ripetute denunce del Giornale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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