La buona notizia

Se c'è una piazza dove la struttura del «green», inteso come paesaggio verde che entra nel «caseggio» costruito in pietra e mattoni, ha iniziato ad abbracciare un monumento preesistente, quella è piazza San Babila con la sua fontana. Le siepi in bosso, le tondeggianti colline - aiuole sempre più alte al punto da farti sentire proprio in mezzo a dei piccoli colli, i fazzoletti di prato coltivato a erbe selvatiche, nessuna stucchevole presenza floreale: queste essenze arboree negli anni cresciute con un ritmo che pare appartenere solo alla natura hanno aiutato a poco a poco a comprendere meglio il progetto di una fonte progettata dall'architetto Luigi Caccia Dominioni nel 1997.

Il complesso di piazza San Babila ha sempre significato la ricchezza dell'acqua lombarda. Ma fino a due anni fa in San Babila predominava l'aspetto pietroso dell'opera, con i suoi marmi provenienti dalla val Masino, Gerla, Bavena e Montorfano. Ora invece, soprattutto la sera, il verde incornicia la pietra come un paesaggio autentico, con il profumo silvano di bosso che la notte si impone in pieno centro città sull'odore delle automobili. Circondata dalla cintura di piante, la vasca assomiglia sempre di più a un laghetto, anche nel colore di muschio che collinette e prati intorno infondono all'acqua. Sul «ponticello» in ferro battuto coppiette di turisti si fermano a fare romantiche fotografie.

Sta crescendo la fontana di piazza San Babila. Un monumento non può crescere, essendo di pietra, ma se il green intorno è ben costruito, la sensazione di una trasformazione c'è ed è un segno di novità dell'arredo urbano. Una vera bellezza vivente.

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