Cade dal terzo piano, gravissimo bimbo di 7 anni

Il piccolo è in codice rosso al Niguarda. I carabinieri: «Un incidente mentre giocava in balcone»

È stato un attimo. Ma è bastato per gelare il sangue dell'intera palazzina. Ieri pomeriggio un bimbo di sette anni è precipitato dal balcone di casa, in viale Certosa. La sua abitazione, al terzo piano dello stabile, è uno di quegli appartamenti della vecchia Milano, di quelle case di ringhiera dove tutti si conoscono e dove si trascorre più tempo in balcone o in cortile che in casa.

Il bimbo stava giocando da solo sul balcone ed evidentemente si è arrampicato sulla ringhiera senza che nessuno lo vedesse ed ha perso l'equilibrio. Il piccolo, seconda elementare, ha origini egiziane e appartiene a una famiglia nient'affatto problematica ma ben integrata a Milano e nel quartiere. Sua madre era in casa a sbrigare qualche faccenda domestica e quando ha sentito il tonfo provenire dal cortile ha subito capito. Immediati i soccorsi: lo staff del 118 è arrivato sul posto in pochi minuti ed ha subito messo in atto le manovre per rianimare il piccolo.

La rianimazione è stata necessaria per cercare di tamponare l'emergenza ma la situazione è apparsa subito gravissima a tutti. Velocissima la corsa in ospedale, al Niguarda, dove il bimbo, ricoverato in codice rosso, è in serio pericolo di vita.

Non è ancora chiarissima la dinamica ma i carabinieri della compagnia di Milano Porta Magenta nella loro relazione hanno scritto che si è trattato di un indicente, di un evento accidentale. Il bimbo quindi sarebbe caduto dal ballatoio solo per distrazione e per qualche azzardo durante i suoi giochi casalinghi. Tuttavia le indagini sono necessarie per non lasciare dubbi sul ruolo della madre che potrebbe avere qualche guaio legale a causa della sua negligenza. Anche se per una tragedia del genere basta una manciata di secondi di distrazione. Quei dodici metri di altezza potrebbero essere fatali al bimbo egiziano, monitorato e soccorso con tutte le cautele del caso. Ci vorrà comunque qualche ora prima che i medici possano sciogliere la diagnosi e bisogna aspettare che il piccolo superi le prime giornate, per dare il tempo alle eventuali emorragie di riassorbirsi.

Non è la prima volta che accade un incidente del genere e, anche nelle situazioni più impensabili, qualche bambino è riuscito a sopravvivere.

Va comunque considerato che 12 metri di altezza non sono poca cosa. In quel cortile di via Certosa sono ore di tensione massima e non si parla d'altro. Le famiglie sono affacciate alle ringhiere dei balconcini comuni e pregano. Ognuno con le preghiere del suo credo.

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