La calda estate premia la vendemmia

Sarà una produzione record per i vini lombardi. E in via Montenapoleone sfileranno le grandi etichette

È la vendemmia delle vendemmie quella che si annuncia quest'anno in Lombardia (e in tutt'Italia), grazie ad un'estate particolarmente favorevole per i preziosi grappoli. La festa, prima ancora che nei vigneti, si celebra abnche quest'anno nel cuore della metropoli, nel quadrilatero della moda. È infatti giunta alla sesta edizione la «Vendemmia in Montenapoleone», una manifestazione che dal 5 all'11 ottobre abbraccia il mondo della moda e del cibo: ci saranno delle degustazioni di vini rinomati in Italia e all'estero, condotti dai più esperti sommelier nelle preziose e patinate boutique di Montenapo. Ma è fermento nella regione che in questi anni ha collezionato 5 DOCG, 23 DOC e 15 IGT. In questo momento la vendemmia lombarda coinvolge 30 mila persone, 3 mila aziende e le province di Pavia, Brescia, Mantova, Sondrio, Bergamo e Milano, per un totale di 21 mila ettari, secondo le stile della Coldiretti. Il primo grappolo raccolto è stato il 6 agosto a Coccaglio (Bs) dall'Azienda Faccoli: grazie al clima molto caldo, quasi torrido, la gradazione e la qualità delle uve si prospettano eccezionali, con una resa prevista di circa 1 milione e 400 mila ettolitri. Ma come sta andando, provincia per provincia, la raccolta? In Valtellina, secondo Coldiretti, si conta di raccogliere un 20 per cento in più di prodotto rispetto alla scorsa annata; in Franciacorta si conteggia un 5-10 per cento di calo, mentre rimane stabile la produzione di Lugana; bene invece Bergamo (+10/20%), Mantova (+10%) e la collina di San Colombano (+5%). Scende una lacrima invece per il grande comparto dell'Oltrepò Pavese, poiché si prevede un calo del 10% con punte intorno al 15%. E anche da noi aumentano i giovani appassionati che, anche per tradizione familiare, hanno fatto del vino una professione. È il caso del giovane Stefano Ravizza dell'azienda Il Torrino nell'Oltrepò Pavese, ereditata l'azienda di famiglia, che ha pensato a una nuova fruizione dei vini tipici del territorio: in gelatina. Solo uve tipiche dell' Oltrepò Pavese (Riesling, Malvasia, Rosato, Croatina e Novello), che rendono il vino «spalmabile» per la prima colazione o in abbinamento ai formaggi locali. Etichetta worldwide per Gianenrico Riccardi dell'azienda Nettare dei Santi, simbolo della sempre più serrata globalizzazione, prendendo spunto dell'Expo: dalle colline del San Colombano un'etichetta che parla 42 lingue, dallo swhaili al persiano, dal tigrino al russo, senza tralasciare l'arabo, il giapponese e il cinese. Nasce da una protesta pacifica il vino «puzzle» di Francesco Folini, la cui uva viene raccolta da 12 diversi appezzamenti di terreno per un totale di 6 ettari: «Per noi è una vera e propria missione, oltre che un lavoro» spiega Francesco Folini, i cui terreni sono sparsi per la Valtellina.

Rossella Masper dell'azienda Frontemura di Bergamo, con il suo Exenthia, presenta il primo vino biologico e «metropolitano» di Bergamo o ancora brillante l'idea «dorata» di Vanna Balestreri Buelli, che ha preso in mano le redini dell'azienda La Rocchetta di Villongo dal suocero e, su ispirazione del risotto con la foglia oro di Gualtiero Marchesi, ha creato un vino di lusso, con tanto di piccole lamine d'oro alimentare all'interno, come piccole stelle tra le bollicine di questo franciacorta prodotto in soli 500 pezzi. E c'è anche chi ha saputo calibrare la passione per la pittura e per il vino, come Arianna Greco, che gira tutta l'Italia dipingendo con il vino per una nuova forma «d'arte enoica».

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