Cronaca locale

Dopo 25 anni chiude il campo rom a Milano

Chiude dopo ben 25 anni il campo rom di via Vaiano Valle, l'area sarà riqualificata e le famiglie collocate in accoglienze abitative temporanee

Dopo 25 anni chiude il campo rom a Milano

Chiuso definitivamente il campo rom di via Vaiano Valle, sito nella zona rurale a sud di Milano. A darne comunicazione sui social è l'assessore alla sicurezza di Palazzo Marino Marco Granelli, che spiega come per arrivare al provvedimento di oggi siano state necessarie settimane di lavoro e mediazione.

La chiusura definitiva

Dopo ben 25 anni, l'insediamento rom, che risale al 1997, cesserà di esistere. Questa mattina, giovedì 1 settembre, le forze dell'ordine hanno proceduto con il sequestro dell’area. In totale, secondo l'ultimo censimento effettuato a inizio anno, nel campo risiedevano 138 persone, di cui 65 minori e 73 adulti per un totale di 37 nuclei familiari.

I gruppi vivevano in baracche prefabbricate completamente abusive. I residenti del campo saranno temporaneamente sistemati in accoglienze abitative dedicate, mentre l'area sarà riqualificata.

Lo scorso maggio, il governo aveva stanziato circa 500mila euro per provvedere allo sgombero proprio per via della situazione all'interno del campo. Solo un mese prima, ad aprile, le forze dell'ordine avevano scoperto una piantagione di marijuana. Non solo rifiuti e degrado, ma anche sostanze stupefacenti.

Più volte in giunta era stato affrontato l'argomento della chiusura del campo, così come in sede di Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica. Nell'ormai lontano 5 febbraio 2020, l'Autorità Giudiziaria aveva emesso un provvedimento di sequestro preventivo dell'area a tutela della proprietà con richiesta alla Questura di procedere "nei tempi e nei modi adeguati anche con riferimento alla situazione logistica, meteorologica ed ambientale al fine della corretta collocazione di soggetti destinatari della misura reale, nonché idonei a garantire la tutela dei diritti delle persone coinvolte, dei nuclei familiari, la tutela dell'ordine pubblico, di concerto con le competenti Autorità amministrative (Questura, Prefettura, Comune di Milano)".

C'è voluto un po', tuttavia, per arrivare alla chiusura, anche per via della fragilità delle famiglie, con tanti minori in età scolare. Ci sono stati tanti tavoli tecnici, che hanno visto la partecipazione di diversi settori amministrativi del Comune di Milano e delle associazioni vicine alle Comunità Rom. Il tutto ha portato a un progetto di accompagnamento abitativo e sociale dei nuclei familiari elaborato dal Comune, che ha ottenuto un contributo straordinario del ministero dell'Interno pari a circa 515mila euro.

L'intervento di Bertolè e Granelli

Si tratta di un risultato importante secondo l'asessore al Welfare e Saute del comune di Milano Lamberto Bertolè. "Un'operazione importante (...) che ha visto i servizi sociali e gli uffici della Direzione Casa lavorare insieme per avviare un percorso con le 33 famiglie residenti nel campo (140 persone, di cui 65 minori) per la fuoriuscita da una situazione di illegalità e la prevenzione dell'occupazione di altri luoghi" ha scritto su Facebook. "Una collaborazione, quella che ha visto l'impegno anche di procura della Repubblica, Prefettura, Questura, le forze dell'ordine, MM e Aler, che da oggi i suoi frutti: l'area è stata riconsegnata alla proprietà e potrà essere riqualificata", ha aggiunto. "Noi abbiamo preferito il lavoro silenzioso e i fatti", ha concluso.

Dello stesso avviso il collega Marco Granelli, assessore alla sicurezza, che stamani si è recato sul posto insieme alla polizia. "Così si interrompe una storia lunga 25 anni di insicurezza, rifiuti, degrado. Si riqualifica un’area, si dà la possibilità, a chi vuole, di integrarsi, nella legalità" ha dichiarato sui social Granelli. "Le giunte di destra lo hanno tollerato per ben 14 anni, le giunte di sinistra lo hanno chiuso creando alternative con regole, sicurezza e solidarietà. Questa la differenza: c’è chi urla, si fa vistosi selfie ma lascia i cittadini nel degrado e c’è chi lavora e chiude i campi rom, cerca la vera integrazione", ha attaccato.

Il commento del prefetto

Sul caso si è pronunciato anche Renato Saccone, prefetto di Milano. "Situazioni complesse richiedono una strategia condivisa, così si è proceduto in questi mesi per ottemperare al provvedimento dell'Autorità Giudiziaria, contemperando il diritto di proprietà con i diritti delle persone" ha dichiarato alle agenzie di stampa.

"Sono grato al procuratore aggiunto Alberto Nobili per aver seguito e orientato, passo dopo passo, il laborioso percorso", ha concluso.

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