Il candidato - Paolo Galimberti «Io, mister Euronics in politica»

Il candidato - Paolo Galimberti «Io, mister Euronics in politica»

«Io vendo elettrodomestici con i volantini. E così ne ho fatti migliaia».
Solo che adesso Paolo Galimberti pubblicizza se stesso per il Senato.
«Biografia e punti del programma secondo le leggi del marketing. Poco testo perché nessuno lo legge e come si vota, perché è complicato e nessuno lo sa».
Lei ha già un posto sicuro, perché fa campagna elettorale?
«Sono un imprenditore prestato per 18 anni alla politica sindacale, ora alla politica partitica. Voglio partecipare».
Il «Fatto quotidiano» l'ha pugnalata dicendo che ha il posto solo perché amico di Alfonso Signorini. Da sinistra ci si poteva aspettare un po' più di tatto su faccende così personali.
«Ci sono stato male solo per mezz'ora. Io l'unico regalo l'ho avuto dai miei genitori che mi hanno dato una famiglia splendida e mi hanno permesso di entrare in azienda».
Diventando ora «mister Euronics».
«Da quando sono amministratore delegato è cresciuta di 34 volte».
È anche presidente Confcommercio giovani, 250mila associati e il 13 per cento del Pil, perché fare politica?
«Nella vita sono stato fortunato, vorrei restituire qualcosa alla collettività».
Di cosa si occuperà?
«Le piccole e medie imprese danno il 70 per cento del Pil e l'80 dell'occupazione, ma per colpa della congiuntura internazionale e della riforma Fornero negli ultimi 18 mesi hanno chiuso in 635mila».
È stata una strage.
«Una al minuto. Tre dipendenti di media, 2 milioni di disoccupati. Chi sa fa, chi non sa insegna: Monti e il governo dei professori hanno creato una terribile depressione economica».
Cosa serve adesso?
«Un governo di centrodestra che, come dimostra la storia, dia stabilità al Paese per poter fare le riforme. A partire da quella fiscale: le imprese non possono pagare il 56 per cento di tasse».
Il debito è alto.
«Lo Stato è obeso, serve una cura dimagrante. E dia il buon esempio: paghi le imprese, prima di voler essere pagato».
Non giustifichi l'evasione.
«Tutti devono pagare le tasse, l'evasore è il mio primo concorrente sleale. Ma niente stato di polizia fiscale. E poi via l'Imu che è una patrimoniale mascherata, via l'Irap che tassa l'impresa e riformiamo Equitalia».
Il programma del Pdl.
«Ma io queste cose non le dico perché sono del Pdl, ma per la mia esperienza di imprenditore».


Come si esce dalla crisi?
«Da keynesiano dico che solo i consumi rilanciano l'economia. E con questo cuneo fiscale l'Italia ha un costo del lavoro troppo alto e stipendi troppo bassi».


di Giannino della Frattina

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