Capannoni e rovine Così Milano rinnega il passato industriale

Fabbriche abbandonate di una gloriosa epoca produttiva Dalla Innocenti al Cesi, troppi recuperi solo annunciati

(...) Poco distante c'è un'altra ex fabbrica. Si tratta dell'area ex Cesi. Da quando la produzione è terminata, dietro ai cancelli si è sviluppato soltanto il degrado che contribuisce a rendere via Rubattino una sorta di terra di nessuno. Con decine di capannoni e strutture fatiscenti che fanno capolino fra verde e nuovi quartieri residenziali.

L'abbandono prosegue - ed è ben visibile - anche in via Arrighi e via Sbodio, dove persino un'antica cascina è stata occupata e oggi viene usata dai nomadi come discarica. Senza dimenticare l'ex stabilimento Tre Marie di via Bistolfi e gli ex uffici comunali per la segnaletica di via Cima, all'Ortica. Il degrado regna anche in via Caduti di Marcinelle, dove un'intera area è completamente abbandonata e in via Valvassori Peroni 10 dove ancora una volta sono gli uffici comunali dismessi e lasciati al degrado a non essere stati valorizzati.

Ma non è solo la periferia a essere stata dimenticata. Anche nella centralissima Città Studi, precisamente in piazza Carlo Erba, i cittadini devono fare i conti con un ecomostro rimasto da tempo inutilizzato. Sulla carta dovrebbe essere un complesso residenziale progettato da archistar. Sul sito vengono indicati prezzi fino a 10mila euro al metro quadrato per gli appartamenti, peccato che di abitazioni ne siano state vendute molto poche e così i lavori sono fermi da sette mesi, mentre lo scheletro dell'edificio è diventato un rifugio di fortuna per clochard e spacciatori.

Un destino simile a quello che è toccato al nuovo stabile di piazza Ascoli, a due passi dal centro, che lasciato a se stesso è stato occupato proprio in questi giorni. Così come ancora occupata è parte di via Cima. Qui da tempo campeggia una carovana di rom sinti siciliani. Finora gli sgomberi decisi da Palazzo Marino non sono riusciti a risolvere la situazione: roulottes e camper, infatti, resistono ancora e i cittadini sono costretti a vivere tra sporcizia e schiamazzi, nella speranza di un intervento risolutivo dell'amministrazione, che però si fa attendere.

Un po' come accade a ridosso del nuovo svincolo Rubattino della tangenziale Est, dove bivaccano molte persone senza fissa dimora che ogni sera allestiscono il proprio giaciglio con l'aiuto di un furgone che trasporta i rifornimenti per trascorrere la notte. Una scena simile si ripete in zona Lambrate, dove gli abusivi si sentono talmente a casa da aver deciso di difendere i propri dormitori a ridosso della tangenziale in zona Bracco con grossi lucchetti.

Ma il degrado portato dai disperati si avverte in ogni quartiere: anche l'asse di corso Buenos Aires è flagellata da borseggiatori, venditori abusivi e piccoli criminali. La polizia locale si è anche attivata con dei gruppi whatsapp per controllare il territorio in collaborazione con i commercianti. I bivacchi continuano nelle vie parallele come Benedetto Marcello, dove la prostituzione di strada si esercita anche a due passi dai parchetti per bambini. O in via Rombon dove gli anziani si contendono l'utilizzo delle panchine con rom e clochard, e spesso sono proprio loro a soccombere.

Michelangelo Bonessa

Daniela Uva

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