Il capogruppo di Ncd presenta sede e programma elettorale della lista: «Il nostro candidato sa fare sintesi»

Alberto Giannoni

Famiglia, sicurezza, periferie. E poi sussidiarietà e scuole. Sono i temi di «Milano popolare» per le comunali. La lista, animata dal leader lombardo di Ncd Maurizio Lupi, ieri ha presentato programma e sede in piazza Wagner, «cuore di Milano». Lo stesso cuore che compare nel logo elettorale scelto da Lupi (con ogni probabilità capolista) e dai suoi, a pochi giorni dalla presentazione della lista (che sarà fissata probabilmente all'inizio della prossima settimana). «Le periferie tornino ad essere il cuore vivo della nostra città - ha detto l'ex ministro - Milano deve essere una città policentrica e proprio le periferie sono fra i luoghi più trascurati da questa giunta». Bocciatura piena per Giuliano Pisapia, che in Ncd ha sempre riscosso scarse simpatie. Ma una bocciatura senz'appello anche per Beppe Sala, che invece all'inizio sembrava poter sedurre qualche centrista: «In Sala ci sono tutte le contraddizioni politiche di Renzi» ha detto Lupi, riferendosi al Pd che a Milano si allea con chi a Roma contesta le riforme del lavoro, o della Costituzione, e magari si appresta a contrastare il governo nel referendum sulle «trivelle». Così l'attuale capogruppo di Area popolare (Ncd più Udc) ha riversato sul presidente del Consiglio la tradizionale accusa che viene rivolta dal centrodestra al suo partito: essere fautore del «doppio forno», a Roma col Pd e in Lombardia col centrodestra. Ma queste polemiche sono ormai superate: Lupi sta a meraviglia nella coalizione che sostiene Stefano Parisi. Lo ha conosciuto a Palazzo Marino quando Parisi era direttore generale e lui assessore e oggi gli riconosce la capacità di fare sintesi, per esempio con la Lega, sul tema dell'accoglienza. «Milano non si tirerà indietro», ha assicurato Lupi, precisando però anche di essere contrario «ai grandi centri di accoglienza», ma favorevole all'accoglienza «diffusa».

I candidati hanno illustrato i contenuti programmatici: Federico Illuzzi ha parlato di periferie e di una fondazione per gestire la rete delle biblioteche civiche rionali. Il consigliere comunale Carmine Abagnale ha parlato di sicurezza, altra priorità. Il collega Matteo Forte di welfare e sussidiarietà: «Governare e non gestire» è la linea: «I pasti a domicilio costano 3 milioni e servono 1.300 persone. Con 90mila euro di contributi al terzo settore aiutiamo 56mila poveri».

Carolina Pellegrini ha parlato di donne, giovani e famiglia (l'idea è il fattore famiglia comunale). L'ex assessore Stefano Pillitteri di innovazione e servizi: «Sono tornate le code di un'ora all'anagrafe di via Larga, noi le avevamo ridotte a 20 minuti». C'è un lavoro da portare avanti, insomma.

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