Carlo Fidanza

Carlo Fidanza, meloniano doc, secondo lei dopo Bologna che cambia nella scelta del candidato sindaco di Milano?

«Il centrodestra ha battuto un colpo forte. Questo incide positivamente nella scelta del candidato sindaco, perché lo sconfittismo, l'«oddio, perdiamo sicuramente», è stato superato. Fino a ieri un imprenditore avrebbe pensato: chi me lo fa fare di buttarmi in un'impresa del genere? Da oggi la nuova unità fa credere che si gioca per vincere».

Il centrosinistra candida Sala o meglio Sala si candida per il centrosinistra. Chi contrapporre?

«Voglio premettere una cosa che mi dispiace dire, perché con Sala ho collaborato lealmente in Europa da capo dell'intergruppo su Expo e prima in Comune da presidente della commissione consiliare per Expo»

Anche se le dispiace, la dica questa cosa su Sala...

«A me dispiacerebbe se, dopo essere stato cresciuto e valorizzato dal centrodestra e aver rappresentato interessi nazionali, si prestasse a una candidatura di parte. Perché da candidato sindaco di sinistra dovrà prendere decisioni molto di parte».

Ma è stato Sala a dire di essere sempre stato del Pd...

«Ma a noi non l'ha mai detto, anche se un po' lo supponevamo! Nonostante ciò, non abbiamo mai smesso di difenderlo. In altre situazioni, un capo di Expo con i principali collaboratori arrestati per tangenti sarebbe stato oggetto di un pesantissimo fuoco di fila. Invece noi lo abbiamo difeso sia perché pensiamo che è una persona perbene, sia perché difenderlo significa difendere l'Italia e l'Expo. Ma a questo punto l'atteggiamento politicamente benevolo deve finire».

È un invito ad attaccarlo per le idee politiche?

«Sì. Un conto è rivendicare di averlo valorizzato e difeso come personalità istituzionale, altra cosa sono le sue posizioni politiche rispetto alle quali noi inevitabilmente saremo alternativi. Non si può pensare di sperimentare a Milano un Partito della Nazione con Sala candidato».

Ma allora questo candidato di centrodestra?

«Dobbiamo evitare di contrapporre a Sala un uomo per tutte le stagioni come Sala».

Ci faccia un nome...

«Del Debbio rimane la nostra prima scelta. E in ogni caso abbiamo bisogno di una candidatura politicamente più marcata di un un manager come Sala. Andrebbe benissimo Caprotti, se non avesse l'età che ha».

Bisogna decidere subito il nome o c'è tempo come dice Salvini?

«Sul candidato c'è tempo. Albertini lo scegliemmo tre mesi prima e quindi c'è tempo fino a febbraio. Invece dobbiamo fare subito un tavolo sul programma».

Con Ncd?

«No, si parte dalla squadra di Bologna. E comunque Ncd per tornare al tavolo deve mollare Renzi e cambiare molto. Lo sanno anche loro».

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