Parole, parole, parole. «Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta, sottoscriviamo questo documento, denominato Carta di Milano, per assumerci impegni precisi in relazione al diritto al cibo che riteniamo debba essere considerato un diritto umano fondamentale». Parole, parole, parole. «Consideriamo una violazione della dignità umana il mancato accesso a cibo sano, sufficiente e nutriente, acqua pulita ed energia». Parole, parole, parole. «Combattere la denutrizione e la malnutrizione, promuovere un equo accesso alle risorse naturali, garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi». Soltanto parole?
Arriva da Caritas internationalis l'accusa che contenga soltanto parole la Carta di Milano, documento simbolo dell'Expo 2015, quel poco che nella mega esposizione dedicata al food è rimasto legato al tema originario: «Nutrire il pianeta, energia per la vita». E arriva in un momento clou : oggi a Expo la Carta di sarà presentata al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban-Ki Moon, nel corso della sua visita per la Giornata dell'Alimentazione. Una passerella rovinata, o almeno ricondotta al suo valore, proprio da chi del tema della fame si occupa ogni giorno in ogni ancolo della terra, a diretto contatto con i più poveri del pianeta.
Dice Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis, l'organizzazione che raggruppa le Caritas di tutto il mondo: «La Carta di Milano non fa cambiare le cose. Bisogna cambiare le cose, dobbiamo seguire l'enciclica Laudato si' e occuparci anche del cambiamento climatico». Ma soprattutto l'accusa è di limitarsi a dichiarazioni di principio che rischiano di non avere alcun obiettivo concreto con cui fare i conti. Parole, parole, parole. «È solo una dichiarazione - denuncia la Caritas -. Nella Carta mancano impegni concreti misurabili e verificabili».
Inoltre, Michel Roy accusa di averla stesa con una mentalità legata ai problemi delle popolazioni del Nord del mondo, quelle che meno direttamente sono colpite dalla fame e dalla povertà assoluta (senza per questo voler sottovalutare le povertà che viviamo nel Nord del pianeta): «Non si parla di speculazione sul cibo o accaparramento su terra e acqua. Eppure il cibo non può essere oggetto di speculazione in Borsa: non si gioca col cibo. È vero che la Carta invita ognuno a impegnarsi nella lotta contro la fame, ma è solo un invito, niente di più». Tema, questo, della speculazione sul cibo, sottolineato nelle installazioni del Padiglione Zero dell'Expo, voluto dalle Nazioni Unite.
Secondo Roy, che ha parlato dalla sede milanese di Caritas, «gli sforzi per risolvere il problema della fame basarsi sulla volontà di aggiustare strutture economiche e sociali ingiuste».
Aggiunge Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas ambrosiana: «I nostri suggerimenti non sono stati ascoltati». Conclusione desolante: «La Carta di Milano riflette le vedute di Paesi ricchi piuttosto che rappresentare i poveri del mondo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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