Cronaca locale

Carte bollate e lavori in ritardo. Il Carraro è una landa desolata

L'appalto è del 2018, ma nel centro sportivo il cantiere è fermo. Centinaia i ragazzi che non possono allenarsi

Carte bollate e lavori in ritardo. Il Carraro è una landa desolata

Ore 15,30 di ieri. Al centro sportivo Carraro, là dove un tempo garrivano i garretti e pullulavano i polpacci, ci sono solo sterpaglie e canicola. Un malinconico cartello di cantiere annuncia come data di fine dei lavori il 26 gennaio scorso. Sono passati quattro mesi e i lavori non solo non sono finiti ma a questi ritmi non finiranno mai per il semplice motivo che dentro il Carraro non c'è nessuno che lavori. Se si chiama la remota Barletta, dove ha sede la ditta incaricata dei lavori, una gentile signora spiega che «ormai è tardi, i ragazzi avranno smontato». Sarà. Ma non siete in ritardo con i lavori? Quando pensate di finire? «Non ne ho idea».

L'aspetto surreale della vicende del centro sportivo di via dei Missaglia, unico impianto pubblico per un'intera fetta di Milano, è che il Carraro non aveva bisogno di grandi lavori. Una imbiancata, una messa in sicurezza, e le centinaia di ragazzini e di adulti e i sedici club che ne avevano fatto la loro casa nelle discipline più disparate avrebbero potuto continuare ad usarlo serenamente. Invece nel 2018 il Comune decide di rimetterlo a nuovo. E l'appalto entra in un buco nero da cui sembra non riuscire a riemergere. Il Carraro viene chiuso, lo sport in zona 5 si arrabatta da quattro anni tra palestre scolastiche e campi privati. Il centro affoga nel degrado. Intanto il costo per Palazzo Marino continua a salire. Pochi giorni fa la Giunta ha dovuto approvare un nuovo progetto per aggiustare il palazzetto interno al centro, andato a fuoco due anni fa grazie all'opera di qualche vandalo o occupante. Costo del progetto: 3 milioni e quattrocentomila euro. Che vanno ad aggiungersi ai due milioni dell'appalto principale. E ai quasi duecentomila euro che il Comune dovrà versare all'impresa che aveva vinto la Gara e che Palazzo Marino, con l'appoggio dell'Autorità nazionale anticorruzione, aveva pensato bene di escludere dall'appalto: con motivazioni che una sentenza del Consiglio di Stato liquida come del tutto inconsistenti.

Se a settembre del 2019 il Comune e l'Anac non avessero avuto quell'eccesso di zelo, il cantiere sarebbe partito, il palazzetto non sarebbe andato a fuoco, i lavori probabilmente sarebbero finiti. Invece ora la fine del film è del tutto imperscrutabile. La delibera che approva il progetto di rifacimento del palazzetto è solo il primo passaggio istruttorio, poi andrà fatto il bando di gara, l'aggiudicazione, e chi perderà farà ricorso. E avanti così.

A un certo punto, dopo l'annullamento della prima gara d'appalto, l'allora assessore allo Sport Roberta Guaineri aveva provato a lanciare un appello alle ditte, invitandole a cessare le ostilità per consentire ai cittadini di tornare a fruire del Carraro. Appello caduto nel vuoto.

All'ultimo grido di dolore delle associazioni sportive della zona, dall'assessorato allo Sport è stato indicato come nuovo termine dei lavori il prossimo settembre. Un termine che visto da qui, dalle sterpaglie che invadono il centro, dai terreni da calcio e da rugby trasformati in una distesa brulla, dalle tribune invase dalle crepe, insomma visto da questo disastro, sembra del tutto irrealistico. E quando in un giorno X il Carraro riuscirà a riaprire servirà trovare chi lo mandi avanti e anche per questo servirà una gara. Tutto giusto, tutto inevitabile, si badi. Ma intanto una intera generazione di ragazzini della zona rischia di superare l'adolescenza senza avere mai calcato i campi e le palestre del Carraro.

Meno male, peraltro, che i giudici del Consiglio di Stato nel dare ragione alla Gianfelici non hanno sospeso i lavori per assegnarli alla ditta ingiustamente esclusa: il Consiglio «reputa inopportuno il subentro dell'appellante» visto che «l'affidamento dei lavori è avvenuto il 25 gennaio 2021, che il contratto è stato stipulato il 5 maggio 2021, e che i lavori della durata prevista di circa un anno - sono attualmente in avanzato stato di svolgimento».

Avanzato stato di svolgimento" però non si direbbe tanto.

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