«La casa a mia figlia? Con un bando pubblico Ed è solo un bilocale»

«La spiegazione è semplicissima. La mia Viviana ha partecipato a un bando pubblico, ha fatto un'offerta e paga milleduecento euro al mese per un bilocale nella zona di via Alberto da Giussano» dice Mariolina Moioli, ex assessore ai Servizi sociali del Comune finita nella bufera della nuova inchiesta che ha coinvolto Palazzo Marino.
Il bilocale di cui si discute è uno degli appartamenti in luoghi di pregio dell'Istituto dei ciechi, che si trova a pochi passi da piazza Conciliazione, in una delle più belle zone residenziali milanesi, e che è citato negli atti dell'indagine aperta dai pm per turbativa d'asta e corruzione.
E «la mia Viviana» è una dei tre figli della Moioli, l'esponente di maggior peso della giunta di Letizia Moratti, sia per il rapporto di fiducia che la legava al sindaco, con cui collaborava come consigliere e direttore generale già ai tempi in cui la Moratti era ministro dell'Istruzione (dal 2001, come consigliere e poi da direttore generale), che per l'importanza delle deleghe a lei affidate.
Anche se non formalmente, in pratica Mariolina Moioli era il numero due della Moratti. Alle amministrative del 2011 ha guidato la lista civica Milano al centro e adesso siede in consiglio comunale. In passato, dal 1992 al 1996, per due legislature, è stata in Parlamento, dove ha anche ricoperto il ruolo di vice presidente del gruppo Ccc-Cdu alla Camera.
L'inchiesta sugli appalti truccati che ha portato all'arresto del dirigente del suo ex assessorato Patrizio Mercadante l'ha lasciata «sconvolta e prostrata», «con un dispiacere enorme». Era stata lei a volerlo a Palazzo Marino, anche se nei suoi sfoghi Moioli dice che «queste cose sono avvenute quando io non ero più assessore» e che «il bando è stato a cavallo tra l'amministrazione Moratti e l'amministrazione Pisapia» e che lei, l'assessore Moioli, non ha mai visto le determine di Mercadante e poi «la gara la fanno gli uffici e non compete a me, sono questioni che erano gestite dalla direzione centrale Facility e poi c'è un direttore generale che è un po' la sintesi. Io ero la parte politica».
Ma al di là di tutte le possibili precisazioni e dei dettagli giudiziari, rimane proprio la questione della responsabilità e dell'opportunità politica. Quando sono cominciate a venir fuori le prime anticipazioni sui giornali dell'inchiesta sui finanziamenti sospetti, Mariolina Moioli ha chiesto notizie al suo ex direttore e «lui mi diceva: non c'è assolutamente nulla, non c'è niente assolutamente».
Le notizie in arrivo dai documenti giudiziari vengono pian piano diramate dalle agenzie di stampa e si accavallano alla conversazione con Mariolina Moioli. E l'ex assessore continua a ripetere di provare «un dispiacere enorme» per quel che le sta accadendo intorno.
I Pm milanesi, nella richiesta di custodia cautelare che ha portato in carcere Patrizio Mercadante, definiscono Mariolina Moioli «potente personaggio politico» e raccontano di come la Fondazione milanese dell'Istituto dei ciechi «dispensa appartamenti a prezzi davvero appetitosi».
Non solo. I Pm parlano di una «cerchia», un gruppo di persone disposte ad «aiutarsi». E al centro ci sarebbero proprio Maiolina Moioli e l'ex prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. Fa parte di una cerchia? «Non voglio commentare quello che dicono i Pm» risponde la Moioli, che insiste per non entrare nei dettagli di «un'inchiesta in corso». Ma i rapporti personali con l'uomo che aveva voluto tra i dirigenti del suo assessorato? «Avevo fiducia in Mercadante e ho fiducia anche nella magistratura.

Non me la sento di buttare la croce addosso a una persona, quando non è stato nemmeno avviato un processo. Stiamo a vedere che cosa succede». Ma lei non si sente a disagio? «Sono serena, io mi sono impegnata con serietà in progetti importanti, ho sempre fatto il bene della città».

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