A casa un milanese su due Ora è caccia ai voti grillini

L'affluenza si ferma al 54,6%, la più bassa in centro A decidere il «big match» saranno gli elettori 5 Stelle

Chiara Campo

Quasi un milanese su due è rimasto a casa (o al mare). É questo il dato più eclatante del primo turno delle Comunali. Il ballottaggio tra Beppe Sala e Stefano Parisi era praticamente scritto. Il candidato del Pd sperava forse di aver accelerato dopo l'impegno diretto negli ultimi giorni del premier Matteo Renzi a Milano e del sindaco uscente Giuliano Pisapia, ma il manager del centrodestra lo ha acciuffato. Dopo una campagna fin troppo moderata, da oggi il ring elettorale si scalderà in vista del match uno contro l'altro del 19 giugno. Che l'affluenza sarebbe stata bassa era ampiamente probabile, con il voto solo di domenica e alla fine del lungo ponte del 2 giugno. Così bassa, no. Nel 2011 si votò in due giorni, una domenica e lunedì di metà maggio (il 10 e l'11) e alla fine del primo turno parteciparono oltre 673mila elettori, il 67,6 per cento. Due milanesi su tre portarono al ballottaggio Letizia Moratti e Giuliano Pisapia. Ieri a mezzogiorno l'affluenza si aggirava intorno al 15,56%, alle 19 è salita al 42,44 per cento (quattro punti sotto la media nazionale) e alla chiusura dei seggi alle 23 si è fermata al 54,6 per cento, tredici punti percentuali in meno del 2011. Oltre 120mila elettori in meno. L'affluenza più bassa si è registrata in centro (50,2%), quattro punti sotto la media cittadina, quella leggermente più alta invece al Municipio 3 (con il 55,81%9 e Municipio 7 (al 55,69%).

«Se l'affluenza è bassa, è evidente di chi è la responsabilità. L'altra volta si votò a maggio, di domenica e lunedì» è stata la stoccata di Parisi, che fino all'ultimo aveva fatto appello al governo perchè si tenessero i seggi aperti anche oggi. Anche il candidato del Movimento 5 Stelle Gianluca Corrado dal quartier generale allestito in via Gluck per seguire exit poll e i risultati dello spoglio ha subito definito «estremamente negativo» il fatto che «siano andate a votare poco più della metà dei milanesi».Ai grillini guardano ora con estrema attenzione i due big rimasti in campo. Parisi non perde tempo e rivolge un doppio appello: «Agli elettori del Movimento e ai Radicali dico di guardare al programma e alle cose da fare. Non ci sono più le barriere centrodestra-centrosinistra, quello che conta è la voglia di cambiare la città».

Mentre vengono scrutinate le schede nella notte, lo scarto tra Parisi e Sala varia in continuazione, 5 punti a favore di Sala, poi si ribalta a favore di Parisi, è testa a testa. Buono il risultato di Forza Italia. Il risultato di Corrado oscilla tra i10 e 15 punti. E se è vero come ha ribadito ieri che non darà indicazioni ai militanti, in campagna contro mr Expo ha persino presentato un ricorso al Tar sull'incandidabilità. Una «tendenza» ai militanti l'ha quantomeno insinuata.

Potrebbe essere meno decisivo del previsto per Sala un apparentamento con Basilio Rizzo, che si è candidato a rappresentare la sinistra radicale con la lista «Milano in Comune». Se ha incassato intorno al 5 per cento, un'eventuale alleanza potrebbe rischiare una ulteriore fuga dell'elettorato moderato di centrosinistra verso Parisi.

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