Una casa rifugio per i gay nell'ex covo della mafia

Una "Casa rifugio" per ragazze e ragazzi gay costretti a lasciare il luogo dove sono cresciuti perché rifiutati, non accettati dalla famiglia o dalla gente che li ha discriminati e isolati per il loro orientamento sessuale

Una casa rifugio per i gay nell'ex covo della mafia

Una «Casa rifugio» per ragazze e ragazzi gay costretti a lasciare il luogo dove sono cresciuti perché rifiutati, non accettati dalla famiglia o dalla gente che li ha discriminati e isolati per il loro orientamento sessuale. Verrà aperta in un appartamento confiscato alla mafia, in via Sommacampagna, zona Maciachini, con la collaborazione dei centri antiviolenza e l'associazionismo Lgbt e si collocherà nella rete delle abitazioni per le vittime di violenza già attive sul territorio. É il primo dei tre nuovi progetti presentati durante le giornate del Festival dei Beni confiscati alle mafie, in corso fino a domani. Il secondo sarà una Casa per la socialità dolce, il sollievo delle famiglie e i progetti per l'Alzheimer: si farà in un bene confiscato in via Varesina, una ex stazione di rifornimento, poi autorimessa, intestata a un pluripregiudicato per traffico internazionale di droga, arrestato a metà degli anni Novanta. Il terzo progetto riguarda la messa bando di un autosilo, con 70 posti auto e 10 posti moto in Largo V Alpini. Le 163 unità immobiliari gestite dal Comune, tra cui appartamenti, laboratori, negozi, cantine e box sono assegnate per attività sociali senza fini di lucro. Con l'autosilo inizierà un nuovo corso. L'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino (nella foto) conta di avere entro l'anno ulteriori beni e di raggiungere quota 200.

Oggi il programma del festival proseguirà con le visite guidate di Libera ad alcuni beni e con una serie di iniziative culturali che culmineranno con la retrospettiva dedicata a Pif, Pierfrancesco Diliberto: sarà alle ore 19 al Mic, Museo Interattivo del Cinema, in viale Fulvio testi 121, dove si terrà la proiezione del documentario «Un gelato per Saviano» e del film «La mafia uccide solo d'estate».

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