«Beppe è tutto un confitto d'interessi». Parola di Basilio Rizzo. Il presidente del Consiglio comunale - rispondendo mercoledì alle domande del Giornale - ha sollevato il tema degli incarichi assegnati al candidato sindaco (di una parte del Pd) Beppe Sala. E, al di là della nota doppia veste di commissario Expo e politico, Rizzo ha fatto riferimento all'incarico in Cassa depositi e prestiti.La Cassa depositi e prestiti è una cassaforte governativa che gestisce una parte consistente del risparmio nazionale. Dal punto di vista legale è una società per azioni a controllo pubblico. Il ministero dell'Economia detiene l'80,1% del capitale, il 18,4% è posseduto da un nutrito gruppo di Fondazioni di origine bancaria.A ottobre, quando le voci su una possibile candidatura a sindaco di Sala erano diffusissime, la società con una nota ha annunciato di aver «cooptato» Sala nel cda al posto di Isabella Seragnoli che ha dovuto lasciare la carica di consigliere per incompatibilità con altri ruoli. «In Cassa depositi e prestiti - ha spiegato allora Sala - entro da consigliere e tale rimarrò consigliere, il mio contributo sarà a tempo assolutamente parziale». I maligni, allora, videro nella nomina una sorta di paracadute. Ieri, interpellato dal Giornale, Sala ha spiegato quali sono le prospettiva del suo incarico nella cassaforte governativa. «Potrò rimanere consigliere o non rimanerci. In questo momento credo che sia legittimo e utile restare, anche per la mia città. Ulteriori riflessioni dipenderanno dalle primarie soprattutto dalle elezioni. Io - ha precisato - non faccio parte di comitati. Credo che un consigliere guadagni, netti, qualcosa tipo 20mila euro». La risposta, in un momento di difficoltà economiche così diffuse e profonde, anche a Milano, è sembrata evidentemente inopportuna al consigliere comunale di Sel Luca Gibillini. «Non commenterò più nulla di Sala, ho deciso - ha scritto su facebook - Perché questa sua frase di oggi è la definitiva: "Rimarrò in Cassa deposti e prestiti. Credo che un consigliere in Cdp guadagni circa 20mila euro l'anno».
Gibillini ha attribuito a Sala la considerazione che 20mila euro, sia «non una cifra di grande valore». Analoga la valutazione del capogruppo di Forza Italia, Pietro Tatarella: «Il 63% dei milanesi dichiara meno di 26.000 euro annui - ha detto- Ora capite perché non ci fa paura e perché non può fare il sindaco?».AlGia- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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