Centri per la vita: "Si chiude per tagli"

Ridotte a un terzo le risorse economiche del progetto Nasko: da 7 a 2 milioni. Il Cav Mangiagalli: "Impossibile andare avanti". Battaglia nella maggioranza

Centri per la vita: "Si chiude per tagli"

Risorse economiche ridotte a un terzo: da 7 milioni a 2,1 milioni. Tagli drastici si abbattono sul fondo regionale «Nasko». E i Centri di aiuto alla vita, che già segnalavano grosse difficoltà economiche, ora si dicono sull'orlo della paralisi. La doccia gelata, per gli operatori dei consultori e dei «Cav» lombardi, è arrivata nel corso di una riunione convocata in Regione. E la questione ovviamente assume grande rilevanza nell'ambito dei rapporti politici che reggono il Pirellone, anche perché una componente della maggioranza, il «Nuovo centrodestra», si dichiara pronta a dare battaglia sul fronte della difesa della Vita e delle politiche attive per ridurre il numero degli aborti. La vicenda nasce in realtà a livello tecnico. Sono stati i funzionari della direzione generale «Famiglia, Solidarietà Sociale e Volontariato» che, pochi giorni fa, chiedendo agli operatori di avanzare proposte utili a definire l'accesso ai progetti e i criteri di ripartizione delle risorse, hanno comunicato che il budget nel 2014 sarà pari a 2 milioni e 156mila euro.

E sono stati in particolare il Cav Mangiagalli e Federvita a manifestare grande preoccupazione, anche perché è stato aggiunto anche il contributo per l'allattamento al seno. Ed è molto preoccupata la fondatrice e direttrice del Centro di aiuto alla vita della Mangiagalli, Paola Bonzi, fresca vincitrice dell'Ambrogino d'oro per i 30 anni di attività a sostegno delle donne che lamentano gravidanze difficili, dal punto di vista economico o psicologico. «Sono disperata - dice la Bonzi - non ne posso più perché questo lavoro è fantastico, ci riempie di gioia star vicini alle donne e poterle aiutare. Ma così risulta davvero impossibile andare avanti. Al nostro Centro - spiega - servono 5 mila euro al giorno. Solo per pannolini spendiamo 170mila euro l'anno. E abbiamo organizzato tante iniziative per finanziarci e riceviamo anche aiuti dai privati. Con queste cifre dei Fondi regionali, però, saremo costretti a rimandare indietro le donne che chiedono aiuto. Potremo aiutarne solo 6 al mese, abbiamo già esaurito i fondi del primo trimestre e invece a gennaio sono state 115 le donne che si sono rivolte al centro». I dati parlano di un calo del numero delle interruzioni di gravidanza in Lombardia ma a Milano il dato resta sopra la media. Negli ultimi tempi però sono sempre più numerose le donne che chiedono aiuto. Per i volontari «pro life» è merito anche delle politiche regionali degli ultimi anni. «Ma forse non interessano più» dice Bonzi.

Sui fondi «Nasko» e «Cresco» hanno molto puntato le giunte formigoniane del Pirellone e su questo punta molto l'Ncd, cui hanno aderito gli uomini più vicini all'ex governatore. Questa loro battaglia, inoltre, si intreccia con la loro reiterata richiesta di un riequilibrio nella giunta regionale, in vista di una verifica-rimpasto già fissata a maggio. «Per noi - conferma il consigliere Stefano Carugo - questa questione è pregiudiziale. Ne abbiamo parlato mesi fa discutendo il bilancio.

E abbiamo ottenuto un impegno preciso. Ora ci aspettiamo che sia mantenuto. Ci siamo fidati e vogliamo che i fondi siano ripristinati, altrimenti non ci fideremo più. Vogliamo assessori e politiche di centrodestra, non di pseudo-sinistra».

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